Sembrano Batman e Robin. Un dinamico duo che va in giro per l’Italia con un piede nel passato e lo sguardo dritto nel futuro. In lotta contro gli stereotipi e i luoghi comuni e con la Politica (quella con la P maiuscola) come stella polare del loro cammino. Giuseppe Scopelliti e Gianfranco Fini stanno girando l’Italia per presentare al pubblico il libro-intervista “Io sono libero” in cui Scopelliti racconta le sue vicissitudini politico-giudiziarie e in ogni incontro sparso nella Penisola le parole di Fini fanno rumore. «L’ho voluto io Scopelliti prima sindaco di Reggio e poi governatore della Calabria – afferma l’ex leader di Alleanza Nazionale –, perché credevo allora e lo credo ancora di più oggi che Peppe sia una brava persona, una persona cresciuta con determinati valori e che ha vissuto la sua vita, non solo politica, con grande dignità. La gente lo ha sempre apprezzato e oggi, dopo la dura condanna che ha subito e scontato quasi interamente in carcere, lo apprezza ancora di più».
«Scopelliti – continua Fini – ha vissuto una vicenda paradossale, condannato per un reato (falso ideologico e abuso d’ufficio) dal quale sono poi stati assolti tutti gli altri sindaci d’Italia finiti sotto processo con le medesime accuse, ma questa vicenda kafkiana l’ha vissuta con grande dignità. È rimpianto dai suoi concittadini e dai calabresi anche dopo quella tegola giudiziaria che avrebbe abbattuto chiunque. Se vi fate una passeggiata con Scopelliti sul Corso di Reggio ve ne accorgerete dal calore con cui i reggini ancora lo accolgono, perché non passeggiate con l’ex sindaco o l’ex governatore ma con la persona che tutti apprezzano e che tutti ringraziano. E poi Scopelliti è stimato anche dai suoi avversari politici».
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