L’aeroporto “Tito Minniti” resta una ferita aperta per la città e per chi la amministra. Lo sforzo promesso dal presidente della Regione Roberto Occhiuto e dall’amministratore unico di Sacal Marco Franchini, nel corso della conferenza stampa di venerdì scorso alla Camera di commercio, non ha convinto molto il sindaco facente funzione Paolo Brunetti. Il primo cittadino sentito da Gazzetta del Sud ha chiesto al governatore e a Sacal, in maniera schietta, meno parole e più fatti.
«Ben vengano le attività che favoriscono la crescita del nostro aeroporto – ha dichiarato Brunetti -. Naturalmente auspichiamo un maggiore spirito di condivisione sia nel merito che nel metodo. Insieme al presidente della Camera di commercio Antonino Tramontana - abbiamo avviato questa interlocuzione con la Regione, che è il soggetto di riferimento della società di gestione Sacal, perché abbiamo deciso di vederci chiaro su quello che intendono programmare per il nostro scalo. E questo in seguito ad una gestione complessivamente non certo improntata alla trasparenza da parte della governance dello scalo». Parole chiare, quelle dell’inquilino di Palazzo San Giorgio, espresse con un tono meno conciliante rispetto a quanto affermato in Camera di commercio di Occhiuto e Franchini, aperti (almeno a parole) a una maggiore condivisioni sulle scelte strategiche che riguardano l’aeroporto di Reggio Calabria.
«Sacal gestisce Reggio ormai da diversi anni – attacca Brunetti -. Ricordo quante battaglie esclusivamente per conoscere il piano industriale. Ogni anno ci sentiamo ripetere che il prossimo sarà quello buono. Adesso è chiaro che si pretende un cambio di passo, anche perché vediamo che l'aeroporto di Lamezia è in continua crescita mentre quello di Reggio, nonostante emendamenti e conferenze stampa a raffica, da tempo risulta completamente abbandonato».
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