Cinque consiglieri comunali hanno gettato la spugna. Delusi, amareggiati e fortemente contrariati per l’andazzo preso dalla evidentemente non condivisa gestione politico-amministrativa al Comune di Melito Porto Salvo, hanno deciso di lasciare definitivamente lo scranno. A rassegnare le dimissioni sono stati Luciana Familiari, Silvia Foti, Antonina Iaria, Francesco Pizzi e Antonino Vadalà.
Il terremoto politico si è abbattuto sull’amministrazione comunale guidata dal sindaco Salvatore Orlando nella mattinata di ieri, quando cinque lettere dall’identico contenuto sono state protocollate in Municipio. Tutte quante erano destinate al segretario comunale, al presidente del consiglio, Francesco Benedetto, e per conoscenza al prefetto e al questore di Reggio Calabria. Nelle poche righe del contenuto sono racchiuse motivazioni pesanti come macigni. «Dopo una profonda riflessione – hanno reso noto i diretti interessati – sulle ultime vicende amministrative, abbiamo rassegnato le dimissioni dalla carica di consigliere comunale, vista la situazione di inagibilità democratica e relativo condizionamento, tale da determinare un venir meno della necessaria serenità per adempiere il mandato».
Già in aperto contrasto con la maggioranza, a giugno scorso, anche se in tempi diversi, i cinque erano fuoriusciti da “RisorgiMelito”, la civica che, pur correndo da sola alle amministrative di due anni addietro, aveva ottenuto i suffragi sufficienti perché venisse raggiunto il quorum e la tornata fosse validata, portando Orlando all’elezione a primo cittadino. Assieme a Gabriella Campagna, altra fuoriuscita dalla maggioranza che comunque non figura tra i dimissionari, erano confluiti nel gruppo misto. Da quel momento in poi avevano assunto una posizione critica, incalzando la squadra di governo cittadino su tantissimi fronti, trovandolo però coeso attorno al sindaco e pronto a ribattere colpo su colpo.
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