Un passo avanti e due indietro. Poi un altro passo di lato... Un incontro con il Pd, un altro con i Dp e poi un altro ancora, prima allargato e poi ristretto. Il “parto” della nuova Giunta municipale è assai complicato, non c’è niente di naturale in queste ore in città. Sarà un caso che al sen. Irto, segretario regionale del Pd, proprio ieri sia venuto un febbrone da cavallo? Di fronte ai continui cambi di direzione e di prospettiva del sindaco Falcomatà sono venute meno anche le sue difese immunitarie. Ma anche con un Irto al tappeto, restano, tuttavia, molto alte le difese del Pd nei confronti dei suoi assessori-eletti e contro questa difesa a oltranza si è schiantata la voglia di rinnovamento del sindaco, che ieri sera pare che abbia definitivamente abbandonato l’idea del rinnovamento totale del suo esecutivo.
Ma le “concessioni” fatte da Falcomatà (dall’azzeramento alla riconferma di quasi tutti gli uscenti) a questo punto potrebbero anche non bastare per avere in tempi rapidi una nuova Giunta a Palazzo San Giorgio. Perché ci sono ancora degli angoli da smussare. Pare, infatti, che il sindaco abbia proposto ai vertici del suo partito di scegliere due nomi anche tra gli assessori uscenti, il terzo sarebbe stato un esterno da scegliere insieme; ma per il Pd si tratterebbe di un’offerta da rispedire al mittente: tre assessori (potrebbe essere una conferma di quelli in carica con ballottaggio per l’uscita tra Rocco Albanese e Mimmetto Battaglia) scelti dal Partito Democratico o il banco salta.
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