«Il ponte sullo Stretto, con l’autonomia differenziata rischia di unire un Paese già diviso. Quello che serve é un approccio costruttivo e concreto. Ed al contempo occorre che ci vengano restituite le risorse dei fondi della Coesione».
Lo ha detto il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, intervenendo nel corso della seduta aperta del Consiglio comunale di Campo Calabro, presieduta dal sindaco, Sandro Repaci, dedicata al tema del Ponte sullo Stretto. «L'errore che spesso come amministratori pubblici commettiamo in merito al Ponte sullo Stretto - ha aggiunto Falcomatà - è di non concentrarci su cosa ruota attorno a questa grande opera pubblica. Un punto di vista ed una discussione che non si limita alla sola infrastruttura o ad un approccio influenzato prettamente dall’ideologia tra chi è comunque ragionevolmente favorevole e chi allo stesso modo è contrario. Fra i vari commenti ho ascoltato quelli di chi, nella qualità di rappresentante istituzionale, aveva timore di avviare opere pubbliche per paura delle infiltrazioni mafiose. Non possiamo permettere a nessuno di dire che questo Ponte non unirà due coste, ma due cosche. Chi l’ha detto se ne deve assumere la responsabilità. Noi sappiamo cosa significa fare i sindaci ed i consiglieri comunali al Sud, in Calabria e nella provincia di Reggio. Non servono le statistiche o gli elenchi degli amministratori minacciati per ricordarci quanto sia gravoso il nostro lavoro. Allo stesso tempo noi la criminalità la contrastiamo e faremo sempre di tutto affinché le necessarie opere pubbliche, per il bene collettivo, siano realizzate per i territori». «Oggi - ha detto ancora il sindaco di Reggio Calabria - la domanda non è più: Ponte sì o Ponte no. Siamo già più avanti rispetto a questa domanda che poteva valere fino a quando il decisore politico non aveva ufficialmente attivato questo processo. Il dubbio che dobbiamo sciogliere ora è che ruolo giocare come enti pubblici territoriali, decidere se subire la decisione oppure governarla, da protagonisti, accendendo i fari su tutto quello che saranno le fasi di approvazione del progetto esecutivo, avvio dei lavori lavori e completamento. Questo è il nostro ruolo».
«Per quanto mi riguarda - ha proseguito il sindaco Falcomatà - sul Ponte ci sono anche dei 'nò. Ad esempio, diciamo no ai progetti 'calati dall’altò, senza il protagonismo dei territori. Diciamo di no ad un progetto che ci priva dei Fondi di coesione, risorse che la Costituzione stabilisce che siano aggiuntive, e non sostitutive, per far crescere lo sviluppo di aree in difficoltà rispetto alle regioni più ricche. Ad oggi, invece, circa un miliardo di euro di fondi per la Coesione previsti per Sicilia e Calabria, stanno dentro il progetto del Ponte. Si tratta di risorse marginali se pensiamo all’investimento generale dell’infrastruttura, ma che risultano invece decisive per i nostri territori». «Non sono d’accordo - ha detto ancora Falcomatà - su quanto dichiarato nei giorni scorsi dal viceministro alle Infrastrutture, Rixi, a Reggio Calabria, secondo cui quelle risorse sono state prelevate perché le Regioni Calabria e Sicilia non hanno capacità di spesa. Si tratta di un incidente istituzionale poco consono anche nei confronti di chi le governa. Un altro 'nò, infine, lo diciamo ad un Ponte che con il progetto scellerato dell’autonomia differenziata rischia di voler unire un’Italia di fatto divisa tra chi ha già tutto e avrà ancora di più e chi invece avrà sempre meno». (ANSA).
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