Domanda a bruciapelo: se avesse avuto la difesa che sta avendo il sindaco Decaro, il Comune di Reggio sarebbe mai stato sciolto? «Mai. Se avessimo avuto difesa di Bari non saremmo mai arrivati allo scioglimento, perché sarebbero emerse le manovre politiche che hanno portato la città a essere venduta sui tavoli romani e soprattutto si sarebbe posta la questione dell'amministrazione che si era insediata da poco più di sei mesi e che certamente non poteva essere oggetto dei rilievi infamanti che poi le sono stati addebitati». I fatti di Bari hanno riportato a galla la ferita che Reggio ha subito nel 2011. Arena non parla volentieri di quella stagione che infiniti lutti addusse alla città ma piano piano si scioglie: «Quello che più mi ha impressionato in questa storia è che un fatto dovuto come l’invio della Commissione d’accesso sia diventato una speculazione politica del Pd che grida allo scandalo». Atteggiamento ben diverso, quello del Pd, da quello avuto per Reggio. «L'aggressione politica subita da Reggio è stata diversa. Avviene ben prima del mio insediamento e arriva sul fronte del Bilancio, si mirava al dissesto. Un’azione demolitoria supportata da un’interrogazione parlamentare del gruppo Pd con primo firmatario l’on. Marco Minniti. L’attacco per arrivare a decapitare la classe dirigente del centrodestra reggino era tracciato. A ciò strada facendo, quando scattò l’operazione Multiservizi, si aggiunse una ancora più virulenta azione politica che culminò con l'interrogazione parlamentare di 5 deputati Pd, tra cui i calabresi Lo Moro, Laratta e Oliverio, in cui chiesero l'invio della Commissione d'accesso. La mia città viene rappresentata come una cloaca, dove può succedere di tutto, un Far West senza regole... tutto ciò mentre Reggio è al culmine di un virtuoso percorso di sviluppo socio-economico e veniva considerata dai principali tour operator come la quinta meta italiana più richiesta dal turismo internazionale». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio