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Caso Falcomatà a Reggio, Muraca: la Minasi è paradossale. È lei che dovrebbe dimettersi

Echi dell’operazione “Ducale”. «Il sindaco Falcomatà è una persona perbene, mentre la leghista dovrebbe nascondersi per avere votato la vergognosa autonomia»

«In questi giorni assistiamo ad un grave tentativo di distogliere l'attenzione dal vero delitto perpetrato da una certa politica contro il Mezzogiorno. Di questo credo che la senatrice Minasi dovrebbe dare conto all'opinione pubblica. Invece di chiedere le dimissioni del sindaco Falcomatà, persona perbene che non ha bisogno di alcuna difesa d'ufficio, dovrebbe semplicemente andare a nascondersi con la testa sotto la sabbia per la vergognosa posizione assunta, insieme agli altri parlamentari del Sud, che alla Camera hanno approvato la legge sull'autonomia differenziata voluta da Calderoli, Salvini e dai loro accoliti, che mette in ginocchio una volta per sempre le speranze dell'intero Mezzogiorno. Un alto tradimento nei confronti del nostro territorio e di tutta la sua comunità, una vergogna che rimarrà per sempre un'onta indelebile per chi, eletto al Sud, eletto in Calabria, ha distrutto il futuro di questa terra ed in particolare dei nostri giovani con una legge capestro che avvantaggia i territori più ricchi, disgrega il senso di unità nazionale e la sussidiarietà orizzontale tra le aree del nostro Paese».
È quanto afferma il consigliere regionale del Partito Democratico Giovanni Muraca, commentando le affermazioni rilasciate a mezzo stampa dalla parlamentare leghista Tilde Minasi. «Ciò che sta accadendo in questi giorni è veramente assurdo – evidenzia Muraca –. Personaggi che in passato hanno messo in ginocchio la nostra città, e che continuano a farlo come nel caso della leghista Minasi, il cui partito è sponsor principale dell'autonomia differenziata, si arrischiano in inverosimili richieste di dimissioni nei confronti del sindaco di Reggio Calabria, che, è utile ricordare anche per chi legge, risulta esclusivamente indagato in un'inchiesta che, stando alle parole scritte nero su bianco dallo stesso Gip, non sancisce alcun punto di tangenza tra la sua persona e la cosca oggetto di indagine, e che vede coinvolti in maniera secondaria un consigliere regionale di Fratelli d'Italia, che auspico possa dimostrare la sua piena innocenza, ed un consigliere comunale del Partito Democratico, il capogruppo Giuseppe Sera, da tutti conosciuto come persona perbene, da sempre impegnato nel sociale oltre che in politica, che sono certo potrà dimostrare la sua assoluta estraneità ai fatti contestati».

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