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Gioia Tauro, Russo non le manda a dire: ribadito l’impegno per la città

Dopo la caciara sviluppatasi durante il primo Consiglio. E avverte: «Se credono di svilirci, si sbagliano di grosso»

Si fosse trattato di una partita di calcio, il giudice sportivo avrebbe stabilito di disputare la prossima gara a porte chiuse, peccato però che non di stadio si trattava ma del primo Consiglio comunale della seconda città della provincia, dopo l’esito delle amministrative, ovvero della massima assise che dovrebbe rappresentare l’espressione più lampante della democrazia. A distanza di qualche giorno, infatti, riecheggiano ancora i vergognosi tumulti e le mortificanti aggressioni verbali subite dalla leader della coalizione “La Ginestra”, Mariarosaria Russo, consigliere d’opposizione, “invitata” a lasciare l’aula da un presidente del Consiglio, che dovrebbe essere figura di garanzia, il quale ha inveito a sua volta contro la preside, iniziando a urlare “fuori, fuori!”, anziché disporre lo sgombero di una sala da “curva sud”, come statuto comunale prevede, ordinava paradossalmente l’allontanamento coatto della Russo, che è rimasta in religioso silenzio al proprio posto, nonostante il presidente avesse fatto avvicinare anche un agente della P.l.
Una scena grottesca, di basso profilo politico, che oggi registra a mente fredda l’amara riflessione della capogruppo de “La Ginestra”, “rea” soltanto di avere sollevato nel corso del proprio intervento, alcune osservazioni legate alla necessità di vigilare sulle determine dirigenziali e gli affidamenti diretti, oltre che alle tematiche inerenti il raddoppio del termovalorizzatore, la realizzazione del rigassificatore, l’istituzione di una cabina di regia per monitorare i grandi appalti.

 

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