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Autonomia differenziata, il centrosinistra della Calabria insiste sul referendum

La proposta subito in Consiglio regionale. E da Reggio l’appello di Marra (Pd): «È il momento di fare fronte comune. Confidiamo nella sensibilità del presidente Mancuso e nella coerenza di Occhiuto»

Palazzo Campanella sede del Consiglio regionale della Calabria

«Confidiamo nella sensibilità del presidente Mancuso e nella coerenza del governatore Occhiuto per fare in modo che non ci siano rinvii e perdite di tempo rispetto a una discussione che non può essere rimandata oltre, considerando l’importanza della posta in gioco». I capigruppo di minoranza in Consiglio regionale insistono per la discussione direttamente in aula, senza passare dalla commissione, la proposta di provvedimento amministrativo per il referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata, già depositata a Palazzo Campanella. La proposta che la minoranza illustrerà domani alla conferenza dei capigruppo sarà presentata pubblicamente oggi nella sala del Consiglio comunale di Vibo Valentia. All’incontro con i cronisti prenderanno parte i capigruppo Mimmo Bevacqua (Pd), Davide Tavernise (Movimento 5 stelle) e Antonio Lo Schiavo (Misto) per spiegare «le ragioni per le quali la ppa sul referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata va calendarizzata direttamente per la prossima seduta del Consiglio regionale, senza nessun passaggio in commissione».
Sull’autonomia differenziata, intanto, interviene il presidente del Consiglio comunale di Reggio, Vincenzo Marra (Pd): «Al centro della discussione, vi è la necessità di garantire i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) su tutto il territorio nazionale. I Lep – scrive Marra in una nota stampa – rappresentano un diritto inalienabile per tutti i cittadini italiani, indipendentemente dalla loro regione di residenza. La loro uniforme applicazione è cruciale per assicurare che ogni cittadino abbia accesso ai servizi essenziali quali la sanità, l’istruzione e il welfare, che sono fondamentali per una vita dignitosa e per il benessere collettivo. Non possiamo permettere che l’autonomia differenziata produca disuguaglianze nei servizi fondamentali».

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