L'assessora all'istruzione non si presenta in commissione e la minoranza convoca una conferenza stampa per denunciare il caos che ancora avvolge la mappa della dislocazione dei 1800 bambini rimasti "senza classi". A qualche giorno dall'avvio dell'anno scolastico si palesano i disagi che le famiglie paventavano. E infatti sono proprio i genitori intervenuti ai lavori della commissione controllo e garanzia i più delusi. Lo spostamento di 105 classi dovuto alla chiusura di 9 plessi (a seguito della campagna di controlli eseguita sulle 23 strutture nella campagna “Scuole e belle e sicure”) si è tradotto nella turnazione pomeridiana per i piccoli dell'Istituto comprensivo di Catona e in pesanti difficoltà per gli spostamenti per tutti gli altri. Il servizio di scuolabus infatti mostra pesanti fragilità con bimbi costretti a viaggiare in piedi, lungo un tragitto che per via del traffico esasperante si allunga in termini di tempo. Una situazione che rischia di penalizzare i più fragili, come spesso avviene. Ma sul fronte del servizio di trasporto da Atam rassicurano che già oggi l’emergenza dovrebbe rientrare, attraverso una rimodulazione delle corse nessun bimbo affronterà il percorso in piedi. Il servizio che in questi primi giorni non ha brillato pare sia stato riorganizzato per garantire sicurezza. E domani un altro scuolabus dovrebbe tornare di nuovo operativo dopo un “pit-stop” in officina per una riparazione, quindi dovrebbero essere disponibili 28 posti in più. La minoranza denuncia un’emergenza frutto di ritardi, di carenza di programmazione, chiede risposte e non demorde. Il prossimo martedì nuova convocazione per l’assessora all’Istruzione Anna Briante e per la dirigente Roschetti che ieri si è collegata in videoconferenza a “tempo scaduto”. Il presidente della commissione Controllo e garanzia, Massimo Ripepi accende la miccia contesta merito e metodo: «Un gesto di assoluta mancanza di rispetto verso le famiglie, gli studenti e l'intero sistema istituzionale. Oltre all’assenza non giustificata dell’assessora la dirigente si è collegata solo alle 10 (orario di chiusura dei lavori), quando la Commissione era già in corso da due ore, giustificandosi con l'avere impegni più importanti della Commissione. Dimostrazione che attesta che a Reggio non vi è soltanto inagibilità scolastica, ma anche e soprattutto inagibilità democratica. Una vergogna senza precedenti».