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Reggio, i beni confiscati diventano risorsa per far fronte all’emergenza abitativa

Il Comune risponde alla manifestazione d’interesse e chiede all’Agenzia sei nuovi immobili. L’operazione messa in campo per rispondere agli impegni assunti da Palazzo San Giorgio nei tavoli in Prefettura

Dai beni confiscati la risposta con cui far fronte all’emergenza abitativa. Palazzo San Giorgio chiede all’Agenzia dei beni confiscati di acquisire al patrimonio indisponibile dell’Ente sei nuove strutture. Dopo la conferenza dei servizi convocata a luglio dall’Agenzia nazionale dei beni confiscati il Comune ha adottato gli atti (una delibera di Giunta approvata all’unanimità), in cui avvia le procedure per rispondere alla manifestazione di interesse rispetto a sei immobili dislocati in diversi quartieri della città: Sant’Elia di Ravagnese, Archi, Croce Valanidi, Trunca e via Cantaffio.
Operazione necessaria alla luce della drammatica situazione dell’edilizia residenziale pubblica che fino ad oggi poche risposte ha saputo fornire a chi vive la difficoltà di non potersi permettere una casa dignitosa. Il tutto mentre le occupazioni abusive continuano a rimanere un fenomeno osservato quasi con rassegnazione e contrastato con strumenti poco incisivi. Del resto la stessa delibera di Giunta riconosce «che la materia del fabbisogno abitativo della città è stata oggetto di vari tavoli tecnici attivati dalla Prefettura, tavoli che hanno visto il coinvolgimento del Comune, dell’Aterp Calabria oltre che delle associazioni sindacali maggiormente rappresentative del fabbisogno». Proprio alla luce di quanto emerso e maturato nei contesti istituzionali «il Comune intende dare attuazione agli accordi presi operandosi attivamente».

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