E se fosse la “Baker Hughes” a tirare fuori dall’insabbiamento il porto di Sant’Elia? L’ipotesi alquanto suggestiva, lanciata ieri l’altro, ha subito rilanciato il dibattito sul futuro di una delle aree industriali più disgraziate di tutti i tempi. In quel sito a poca distanza di Saline Joniche doveva sorgere una fabbrica, è invece rimasto un ammasso di lamiere. E il porto, che doveva servire l’area industriale è stato lentamente, ma in maniera inesorabile, danneggiato e reso inagibile.
La possibilità che, dopo aver abbandonato il campo a Corigliano, dove sembrava stesse per insediare un proprio impianto industriale, possa decidere di portare il progetto sulla fascia jonica reggina ha trovato l’ovvio entusiasmo della sindaca di Montebello Maria Foti che ha parlato di opportunità storica. Da qui l’appello al governatore Roberto Occhiuto e alla stessa multinazionale assicurando l’impegno a partire da subito con l’iter di competenza comunale, per far diventare il porto uno scalo strategico. Uno sbocco da considerare come un risarcimento per quaranta anni di abbandono del territorio.
«Sarebbe – commenta la sindaca Foti – un’opportunità irripetibile per il nostro territorio. Crediamo tantissimo nelle potenzialità del porto di Saline Joniche, e la cessione per la gestione all’Autorità portuale è stata realizzata proprio per facilitare il rilancio e lo sviluppo dell’infrastruttura. Lo sviluppo del porto garantirebbe la rinascita di una zona ormai depressa. Gli investimenti effettuati negli anni, pensiamo a Liquichimica e Ogr, purtroppo non sono andati a buon fine». Con la multinazionale che potrebbe affacciarsi all’orizzonte, secondo la prima cittadina, si aprirebbero orizzonti di rinascita e rilancio, con la creazione di posti di lavoro».
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