«Un’attività assolutamente meritoria che ha cambiato la narrazione sulla nostra città non più ricordata come luogo ostaggio della ndrangheta e degli scioglimenti per mafia, ma città simbolo del riscatto culturale di tutto il Mezzogiorno».
Non si è fatta attendere la replica del sindaco di Taurianova, Roy Biasi, ai nuovi attacchi della minoranza consiliare che, dando seguito alle polemiche nate in seno al Consiglio comunale di venerdì scorso, in settimana sono tornate a parlare di servizio idrico, metodi amministrativi e politiche culturali.
«I ripetuti attacchi – ha scandito il primo cittadino – oggi più che mai sembrano frutto della innaturale e calunniosa saldatura delle strategie dei consiglieri del Partito Democratico e di Fratelli d’Italia. Non ho intenzione di scendere al livello di chi si sta prestando a dare voce e rappresentanza agli odiatori social, ma evidentemente mi trovo costretto a chiarire una volta per tutte che non mi risulta alcuna minaccia, o denuncia per minacce, di cui si sarebbero rese protagoniste persone vicine alla mia giunta. Se i consiglieri che continuano a utilizzare questo argomento sono a conoscenza di fatti precisi e inconfutabili, hanno il dovere di riferire questi particolari prima di tutto agli investigatori».
Ma il grande nodo politico di questa fase, evidentemente, risiede nel percorso culturale di Capitale del Libro. Gli affondi ripetuti di parte dell’opposizione hanno interessato soprattutto l’assessore Maria Fedele, che è direttore artistico della manifestazione. «Si stanno assumendo la responsabilità di questo oscurantismo – ha proseguito Biasi – quanti utilizzano l’argomento di Taurianova Capitale per insinuare, non capendo che questo benaltrismo, questo dire che sono altre le priorità e non la cultura, determina una involuzione delle coscienze, vanifica gli sforzi fatti in questi anni anche delle associazioni, dalle parrocchie e dalle scuole per realizzare quel dinamismo che fa oggi essere Taurianova un modello. La manifestazione culturale per fortuna non si sente attaccata da queste contumelie che nascondono, dietro la scusa di gusti culturali sopraffini, una continua opera di delegittimazione».
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