Domani alle 10.30 sarà inaugurata la strada a scorrimento veloce Gallico-Gambarie. Un evento atteso da anni che finalmente si concretizza: lo Stretto e l’Aspromonte sempre più vicini. Non è una strada come le altre, la Gallico-Gambarie è un’opera ingegneristica di altissimo livello, che è stata realizzata in 8 anni nella terra delle incompiute. Quasi un’impresa, anzi un’autentica impresa da tramandare ai posteri.
Peppe Scopelliti, lei sarà presente domani mattina all’inaugurazione della Gallico-Gambarie?
«No, non ci sarò. Ho ricevuto qualche invito ma non parteciperò all'inaugurazione perché ritengo che sia un’iniziativa alla quale devono partecipare coloro che fanno politica attivamente. Io ormai sono fuori dal giro e seguirò tutto da lontano».
Ma se lei non avesse trovato i fondi, quest’opera fantastica sarebbe rimasta per sempre nel libro dei sogni.
«Forse li avrebbero trovati altri».
Va bene, metta da parte la modestia e ci racconti come, da presidente della Regione, trovò quei 67 milioni di euro che consentirono di avviare la grande strada.
«Ricordo numerose riunioni notturne con la allora dirigente generale della Regione per i fondi comunitari Arianna Tavano e con il direttore generale alle Infrastrutture Giovanni Laganà. Il tema era sempre lo stesso: perché con il Por non era previsto alcun un progetto importante per Reggio mentre venivano realizzate opere per Cosenza e Catanzaro? In quei giorni ricordo che l’assessore alle Attività produttive Antonio Caridi spingeva moltissimo per la realizzazione della Gallico-Gambarie, e allora l’idea mi sembrò buona e misi al lavoro i dirigenti per vedere come finanziare la Ga-Ga dentro il Por. Lavorammo molto su quel progetto e alla fine trovammo i 67 milioni di euro necessari».
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