I conflitti, un nuovo Piano Mattei, migranti e accoglienza, il diritto allo sciopero: da Reggio Calabria Tajani a tutto campo
E' un Tajani a tutto campo quello che oggi da Reggio Calabria, a margine di un convegno sull'accoglienza per i minori non accompagnati organizzato in occasione del decimo anniversario dell’apertura della struttura 'Casa dell’Annunziata', ha spaziato su vari temi di politica interna ed estera. Prima di tutto, «Sono molto grato alla Comunità Papa Giovanni XXIII per il lavoro che sta facendo, anche in ricordo delle grandi opere di Don Benzi che celebreremo con una iniziativa anche al Ministero degli Esteri in vista dell’anniversario della nascita che cadrà il prossimo anno», ha detto, aggiungendo che «Anche l’accoglienza di bambini non accompagnati è un’opera preziosa che permette di far crescere all’interno del nostro Paese i giovani che vengono da paesi lontani; bambini che magari hanno perso i genitori in una fase difficile dell’emigrazione. Sappiamo che il Mediterraneo è stato trasformato, purtroppo, in un cimitero di donne e uomini che cercano di abbandonare la povertà. Dobbiamo lavorare per contrastare i trafficanti di esseri umani, quindi l’immigrazione irregolare, ma dobbiamo accogliere i migranti regolari, soprattutto i bambini», ha aggiunto. «Io per questo da sempre - ha detto ancora il ministro - dico che che devono essere integrati. L’idea di dar vita a uno Ius Italiae, cioè permettere a chi in Italia per dieci anni di chiedere la cittadinanza italiana è la prosecuzione di quello che si fa accogliendo i minori. Cercherò di convincere il resto del Parlamento sulla bontà di questa idea, di una riforma della cittadinanza che vuol essere ancora più seria della concessione della cittadinanza che c'è oggi». Prima del convegno il ministro Tajani ha incontrato i piccoli migranti arrivati, soli, sulle coste italiane e accolti nella Casa dell’Annunziata a Reggio Calabria. La piccola Fatima, 10 anni, vittima di guerra, arrivata sola dalla Siria, ha fatto dono al ministro del libro «Figli venuti dal mare», firmato da tutti i bimbi e ragazzi accolti nella casa, in cui sono raccontate le loro storie di dolore e di speranza. «Per gli irregolari che vengono in Italia noi facciamo accordi con i Paesi di provenienza facendo in modo che partano meno immigrati. Serve, credo, una strategia del continente africano e questo è il piano Mattei», ha continuato Tajani, parlando con i giornalisti. «La tragedia dei morti in mare - ha aggiunto Tajani - si affronta, invece, distruggendo le organizzazioni di trafficanti di esseri umani, che sono gli stessi che trafficano in armi e in droga. Il percorso sappiamo bene qual è: si passa attraverso il Niger, attraverso la regione di Agadez e si va verso nord. Poi si arriva verso la Libia, verso la Tunisia. Ci sono Paesi dell’Africa del nord che hanno anche loro il problema dell’immigrazione». «Sull'accordo con l’Albania le polemiche e la propaganda stanno a zero. Noi siamo assolutamente convinti e andremo avanti. Siamo assolutamente convinti, altresì, anche per quanto riguarda i Paesi sicuri. Non è il magistrato che decide se un paese sia sicuro o meno ma lo fa il Governo che ha strumenti di conoscenza che il magistrato non ha». Lo ha detto il Ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, giunto in Calabria per iniziative istituzionali e politiche. Il vice premier e ministro degli Esteri ha risposto anche alle domande dei giornalisti sulla proposta di Matteo Salvini di modificare la legge di regolamentazione degli scioperi. «Purtroppo in questa fase ci sono alcune organizzazioni sindacali che stanno usando lo sciopero, che è legittimo, per fini politici e non per la tutela dei lavoratori. Tant'è che gli scioperi sono sempre scioperi organizzati da uno, due sindacati e non trovano il consenso di grandi sindacati. Penso alla Cisl, penso alla Confsal e penso anche all’Ugl, che non hanno ha aderito allo sciopero generale voluto da Cgil e Uil». «Anche il linguaggio usato da certi sindacalisti - ha ancora detto Tajani - è un linguaggio che non ha nulla a che vedere con la tutela dei diritti dei lavoratori, perché i diritti dei lavoratori, credo, che il governo li stia tutelando nella maniera migliore visto che sono aumentate le ore lavorate; sono passate da meno di undici milioni a undici milioni e mezzo, tra il 2023 e il 2024. Sono anche cresciuti gli occupati. È diminuita l’occupazione, sono cresciuti gli occupati a tempo indeterminato, e quindi, la situazione economica, nonostante la crisi, genera crescita. Procede bene. Si è abbassato lo spread. La Borsa va bene. Questi sono dati economici incontrovertibili». «Abbiamo detto che la situazione economica non è rosea - ha sottolineato Tajani - però va meglio di come va in Francia ed in Germania. C'è una stabilità politica. Tutti i dati sono quelli che sono. Questo vuol dire che c'è fiducia nel nostro sistema. C'è fiducia nella economia nel nostro paese. Dobbiamo continuare a dare aiuti, sostegno all’impresa, perché è quella che crea eh lavoro. Sul Pil vedremo. È chiaro che c'è una crisi europea che coinvolge soprattutto la Germania e la Francia». «Nessuno può pensare di essere soddisfatto - ha sottolineato il vice premier - però i risultati ci sono comunque in una situazione complicata con le guerre alle porte, con l’aumento del costo dell’energia e dobbiamo pensare ad arrivare al nucleare se vogliamo essere competitivi». Poi la questione relativa alla possibilità che si giunga alla pace in Ucraina. Per il leader di Forza Italia la speranza è «Che l’Europa e gli Stati Uniti possano essere protagonisti insieme all’Ucraina di una nuova stagione che porti alla fine della guerra». «La pace in Ucraina deve essere una pace giusta, cioè non deve rappresentare una sconfitta dell’Ucraina, perché quello è un Paese vittima che è stato aggredito dalla Federazione russa in violazione del diritto internazionale». «Bene cessate il fuoco in Libano, ma bisogna lavorare anche ad un cessate il fuoco a Gaza per arrivare alla liberazione degli ostaggi. Noi stiamo lavorando tantissimo per quello a livello internazionale. Il momento di fare la pace - ha aggiunto Tajani - è arrivato parecchio tempo. Ora però bisogna raggiungere l’obiettivo».