Se si guardano i numeri, non c’è partita. Troppa la differenza in favore di Forza Italia: più consenso, più amministratori, più potere. Se contasse solo la “forza” non ci sarebbe alcun dubbio che la scelta del candidato a sindaco del centrodestra sarebbe un affare interno di Forza Italia, così come hanno più volte ribadito sia l’on. Francesco Cannizzaro che il governatore Roberto Occhiuto. «A Reggio il prossimo candidato a sindaco sarà di FI», hanno più volte scandito i leader di FI. Tuttavia è altrettanto vero che FI da sola non va da nessuna parte, per vincere ha bisogno (dei piccoli numeri) degli alleati. E allora s’impone necessariamente una discussione dentro la coalizione che non appare così scontata come potrebbe apparire. Perché gli alleati chiedono rispetto e pari dignità politica e non accettano il “super potere” di Forza Italia. Ecco perché la sen. Tilde Minasi (Lega) spiega che la scelta di Nino Minicuci come sfidante di Giuseppe Falcomatà «è stata una scelta dalla Lega, ma condivisa da tutto il centrodestra. Minicuci era un buon candidato, sicuramente non aveva il piglio politico, ma aveva grandi competenze dal punto di vista amministrativo. Non è che Salvini ha imposto questo candidato, ha presentato una lista di nomi e poi si è scelto». Ma la candidatura di Minicuci non nacque a Reggio e questo peccato originale è stato pagato a caro prezzo perché la storia poi ci ha detto che non tutto il centrodestra è stato coeso nel sostenere Minicuci nell’urna. Ed è questo l’errore che il centrodestra non vuole ripetere. L’ha sottolineato più volte anche Peppe Scopelliti: «Il candidato a sindaco dev’essere scelto in città tra le migliori risorse che la città offre e poi portato a Roma per l’ufficializzazione finale». Potrebbe essere lui il cavaliere bianco che sfiderà il centrosinistra? Lo vederemo, ma oggi bisogna prendere atto che Scopelliti si è detto indisponibile a scendere in campo. E proprio su Scopelliti la Minasi ha le idee chiare: «La città che ha capito il gioco che è stato fatto su Scopelliti. L’unica pecca che noi abbiamo è quella di non valorizzare mai le eccellenze che abbiamo. Quando c’è qualcuno che eccelle lo dobbiamo ammazzare o fare andare via. Tutto ciò che non fanno a Catanzaro a Cosenza. Se ho chiesto a Scopelliti di ricandidarsi a sindaco? Qualche battuta l’abbiamo fatta con Salvini, ma non mi pare che ci sia questa intenzione e io mi auguro che non riparta da Reggio. Per lui ci vorrebbe qualcosa di più grande».
E allora? Chi sarà il prescelto? Minasi si sbilancia: «Non sappiamo ancora la data esatta delle elezioni comunali, probabilmente sarà al primavera del 2026 e il tempo comincia a stringere. Incontri ancora non ne abbiamo avuti, ma li faremo a breve. Il candidato a sindaco sarà ancora scelto dalla Lega? Beh, diciamo che Forza Italia è alla Regione, ha altre città e ha espresso suoi candidati in quasi tutti i grandi comuni calabresi. Abbiamo solo una certezza che il nome sarà scelto sul territorio».
E se la candidata fosse proprio la Minasi? Sulla carta avrebbe tutte le caratteristiche: è stata assessore comunale al Welfare per 10 anni, poi assessore regionale e, infine, parlamentare. Sa come funziona la macchina amministrativa comunale e ha gli agganci giusti a Roma. «Non nascondo che mi piacerebbe, ma non è una cosa a cui penso. Nel 2027 vorrei chiudere con la politica, perché credo che ormai la mia strada l’ho fatta e perché credo che vada dato spazio a gente più giovane e brillante. E a Reggio ci sono giovani di valore che amano questa città e dovranno impegnarsi per risollevarla».
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