È stato il fardello più pesante dell'amministrazione Falcomatà. Il Miramare sarà ricordato non solo come uno storico albergo, come sito di pregio coperto da vincolo dalla Soprintendenza, ma come il terremoto politico costato 18 mesi di sospensione a una classe dirigente. E dopo una stagione di vicende giudiziarie finite con una pioggia di assoluzioni l'Amministrazione Falcomatà ha scelto di metterlo in vendita. Una decisione approvata in giunta e passata sotto silenzio in Consiglio comunale tra le pieghe delle modifiche e integrazioni al piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari 2025-2027. Atto che prevede «l’inserimento del bene immobile denominato Albergo Miramare ai fini dell’attivazione di procedura a evidenza pubblica volta alla vendita o valorizzazione del bene nell’anno 2025». Una scelta con cui l’amministrazione abdica ad una presa di posizione che voleva segnare la discontinuità rispetto al passato. In questi anni si sono consumate vicende politiche, giudiziarie e mentre struttura simbolo della vocazione turistica della città rimane chiusa, ormai da anni Reggio intercetta “finalmente” i flussi dei visitatori. L'articolo completo è disponibile sull'edizione cartacea e digitale