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La minoranza consiliare non ha inteso trattare il punto dedicato al ricorso, e ha lasciato l’aula annunciando di voler così manifestare «fermo dissenso nei confronti della posizione assunta da sindaca e amministrazione comunale».
Prima di allontanarsi da sala Caracciolo, il capogruppo Marco Santoro, anche a nome di Filippo Lucisano, Daniele Siclari, Stefania Calderone e Domenico De Marco, ha letto un corposo documento in cui si definisce l’azione intrapresa «contraria agli interessi della comunità», alla luce di un’opera che invece sarebbe «di rilevanza storica e strategica, capace di generare sviluppo economico, occupazionale e sociale».
Altri aspetti evidenziati, quello relativo ai costi per la parte che riguarda Villa («rileviamo come questa decisione abbia comportato un aggravio economico per i cittadini. La somma di 37 mila euro per finanziare il ricorso rappresenta una spesa impropria e ingiustificata, che grava sulle risorse pubbliche») e alla necessità che i vertici municipali si assumano «la responsabilità delle scelte» spiegando «pubblicamente le ragioni che hanno portato a intraprendere questa strada, chiarendo costi e implicazioni delle loro decisioni».
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