Quando la vita rinasce dopo i cento anni e si dimostra quella straordinaria avventura che viene cantata dai grandi poeti. È la storia di una signora di 102 anni, A.A, nata nel 1922, che, a fronte di tutta una serie di problematiche (cardiopatia ipertensiva ed osteoporosi in trattamento, portatrice di pacemaker per blocco fascicolare e bradicardia), supera brillantemente una operazione al femore dopo aver già affrontato un primo intervento di frattura a 97 anni. Un messaggio di speranza per il quale va dato merito anche alla fattiva collaborazione tra alcune specialità del Grande ospedale metropolitano: il Pronto soccorso guidato da Paolo Costantino; la divisione di Ortopedia diretta da Domenico Lacquaniti; la Terapia intensiva e Anestesia con a capo Nuccio Macheda. Una squadra al “servizio” dell’assistenza ospedaliera integrata che si basa su tre componenti chiave (team multidisciplinare, assistenza individuale e multidimensionale e promozione al meglio dell’autogestione) che ha come obiettivo finale il mantenimento delle capacità funzionali del paziente fragile anziano e la sua autonomia. L’intervento è stato eseguito dagli ortopedici Sebastiano Barreca e Mariano Ventra, sotto l’assistenza anestesiologica di Pasqualina Gatto (team di infermieri Andrea Gaetano Russo, Carmelo Antonio Bagnato e Giuseppe Pennestrì); la frattura è stata perfettamente ridotta dagli ortopedici; la condotta anestesiologica è stata scevra da alcuna complicanza e si è eseguita anestesia subaracnoidea con conseguente blocco nervo femorale per una migliore gestione del dolore post-intervento.