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Kiwi e arance da Rosarno a Bergamo, la generosità che non conosce confini

Da ieri Rosarno e Bergamo unite dal filo invisibile, ma reale, di una generosità che non conosce confini. Dalla città medmea è partito un camion carico di 35 quintali di arance e 25 quintali di kiwi, confezionati in migliaia di sacchetti, ed ha raggiunto Bergamo, dove sono stati presi in consegna dall'Assessorato ai Servizi Sociali, che sta provvedendo, tramite centinaia di volontari, a distribuirli alle persone anziane e alle famiglie più bisognose e fragili.

Un grande grazie al sindaco Idà e alla città di Rosarno è stato espresso dall'assessore alle Politiche sociali Marcella Messina «per questa iniziativa di grande significato non solo simbolico. Consegneremo i sacchetti di arance e kiwi su indicazione dei presidenti del Centro per Tutte le Età, punti di riferimento preziosi all'interno dei quartieri della città».

«L'iniziativa è nata - spiega il sindaco Idà - dalla disponibilità manifestata dall'organizzazione di produttori “Spagnolo” che ha fatto dono dei frutti della nostra terra, che in questo momento, nonostante la devastante crisi legata al coronavirus, sono molto richiesti sui mercati, per il contenuto di massicce dosi di vitamina C.

Con questo gesto abbiamo voluto dimostrare il grande cuore del Sud e di Rosarno. L'altro ieri ho contattato Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, uno dei centri più dilaniati dall'emergenza Codiv 19, annunciandogli l'invio dei suddetti prodotti quale modesto omaggio della comunità rosarnese, segno di amicizia, fratellanza, solidarietà, profondissimo affetto.

È un gesto che supera ogni contrapposizione tra Nord e Sud e dimostra come l'Italia, anche nei momenti più difficili, riesca ad esprimere il meglio del suo essere comunità. Il nostro gesto - prosegue Idà - vuole rappresentare il messaggio positivo di una cittadina del profondo Sud che è stata sempre accogliente e solidale con gli emarginati e che continua ad esserlo, nonostante sia stata etichettata ingiustamente come razzista e xenofoba. Non solo. Vogliamo offrire l'immagine di una terra dalle grandi potenzialità, non sempre sostenute da efficaci interventi atti a superare l'endemico stato di crisi in cui è sprofondata la nostra agricoltura».

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