Con una nota predisposta dalla Sezione reggina di Italia Nostra, di concerto con l’Amministrazione comunale, è stata comunicata l’attribuzione della cittadinanza onoraria reggina ad un esponente di primo piano della ricerca archeologica internazionale: il professore Salvatore Settis. La decisione dell’Amministrazione comunale nasce da una proposta della sezione reggina del sodalizio, al tempo in cui a guidarlo c’era la professoressa Angela Martino. L’iter si è perfezionato la scorsa estate quando da poco si era insediata al vertice la dottoressa Rossella Agostino. “Nume tutelare” della procedura sul fronte amministrativo interno l’assessore Irene Calabrò. «Il professore - scrive la neopresidente Agostino - è una persona di alto profilo e ci fa molto piacere che riceva tale onorificenza su nostro input visto che Italia Nostra si occupa della salvaguardia e tutela del patrimonio, tema cui lui ha dedicato diverse pubblicazioni e articoli su prestigiosi quotidiani». Sintetizzare in poche righe la rilevanza culturale del già Presidente del Consiglio Superiore dei Beni e delle Attività Culturali e, tuttora, membro dell’Accademia dei Lincei è praticamente impossibile. Ciò che invece si vuol mettere in evidenza con questo conferimento è il legame con le radici più profonde e identitarie del nostro territorio che ha arricchito di nuova linfa con i suoi studi in giro per il mondo. Il professore Settis nato a Rosarno nel 1941, ha vissuto a Palmi e studiato al liceo Campanella di Reggio Calabria prima di trasferirsi a Pisa dove si è laureato presso la Scuola Normale divenendone in seguito direttore fino al 2010. Un “Corsus Honorum” punteggiato di responsabilità importanti: dalla direzione del “Getty Center for the hystory of Art and the Humanities” di Los Angeles alla presidenza del Consiglio Scientifico del Louvre. In occasione della presentazione al Consiglio Comunale, Giuseppe Giordano ha così esposto le motivazioni: «per l’alto messaggio sull’etica della responsabilità per la tutela del paesaggio e dell’ambiente, ineludibile per la vita del nostro pianeta».