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Alta velocità, progetto da ripensare a Reggio. «Il limite deve restare entro le 3 ore»

Dal confronto voluto dal Touring Club emergono tutti i dubbi sul tracciato Reggio-Roma

Una crescita annua di un punto di Pil. A tanto ammonterebbe il risultato della messa in funzione di una vera rete di alta velocità ferroviaria capace di collegare Reggio Calabria e Roma in meno di tre ore. Nessun investimento pubblico ha una migliore remunerazione. Questo obiettivo tanto ambizioso quanto fattibile è stato ben esplicitato durante il convegno organizzato dal Club di Territorio di Reggio Calabria a Palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana. L’incontro si è focalizzato sul progetto ministeriale di alta velocità che dovrebbe riguardare la linea Salerno – Reggio Calabria. Siamo a un punto epocale che difficilmente si replicherà in futuro sia per condizioni economiche di partenza che per opere che solo adesso si potranno realizzare. Per questo è fondamentale progettare bene adesso. E le voci e le notizie che circolano in merito a quanto è sul tavolo non promettono bene. Lo hanno spiegato Francesco Russo, professore ordinario di Ingegneria dei trasporti presso l’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, Antonino Tramontana, presidente della Camera di commercio di Reggio Calabria e di Unioncamere Calabria e Vincenzo Foti, giornalista di Repubblica “Affari e Finanza”. Un progetto “debole” Domenico Cappellano – che guida il club di Reggio insieme a Giuseppe Modafferi e Francesco Zuccarello Cimino – ha espresso l’inquietudine di tanti addetti ai lavori o anche di semplici appassionati che rilevano la debolezza progettuale di una linea ad alta velocità solo apparente e non certo adeguata a realizzare quel salto di qualità necessario a generare i benefici economici attesi.

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