Ci sono cervelli che fuggono e altri che viaggiano. Quello di Arianna Liconti appartiene alla seconda categoria. Professionista affermata nel settore dell’ecologia nonostante la giovanissima età, la nostra concittadina si è fatta promotrice, insieme a un gruppo di coetanei provenienti da diverse località italiane ed europee, di “OutBe” una start-up innovativa creata per connettere scienza e natura attraverso lo sport all’aria aperta.
L’idea è tanto semplice quanto geniale. Ci sono gli strumenti tecnici e le buone prassi esperienziali per poter studiare in modo approfondito l’orbe terracqueo. E ci sarebbero anche le intelligenze per poter rielaborare gli eventuali “big data”. Cosa manca allora? Occhi, orecchie, mani e piedi in giro per il pianeta capaci di raccogliere i dati grezzi da trasmettere ai centri di ricerca. Spiega Arianna: «Per poter proteggere in modo efficace la natura, serve conoscerla a fondo. Ma se il Pianeta è troppo grande per essere monitorato e ripristinato solamente dagli scienziati, allora entrano in gioco le numerose persone curiose che amano e vivono gli spazi all’aria aperta ogni giorno. Così, gli sport outdoor che amiamo diventano l’occasione perfetta per studiare e proteggere la natura, facendo stare bene noi e il Pianeta».
Questo particolare approccio epistemologico, chiamato “Citizen science” o “scienza partecipativa”, rappresenta il fondamento su cui si basa OutBe. «Ci sforziamo di proporre un nuovo modello di interazione tra persone e natura, grazie al quale sport outdoor, ecologia e scienza si possono incontrare».
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia