Lo spazio, con il suo fascino senza barriere, e l’intelligenza artificiale, con la concretezza e l’utilità dei data base, sono due tasselli fondamentali di quel futuro “pioneristico” che ci appartiene sempre più. Ma oggi segnano anche la valenza di un percorso innovativo che, orgogliosamente, ha la culla nella nostra città. Ecco l’accordo, “solamente iniziale”, che è stato sottoscritto in questi giorni, alla Mediterranea, tra lo Space Systems Engineering Laboratory (“Laboratorio di Ingegneria dei Sistemi Spaziali”) dell’University of Arizona diretto dal professore Roberto Furfaro ed il NeuroLab dell’Università Mediterranea guidato dal professore Carlo Morabito con lo scopo di “avanzare” lo stato dell’arte nella applicazioni dell’Intelligenza artificiale all’esplorazione del sistema solare.
È solamente il primo passo di una collaborazione più generale ed estesa in più settori. Lo ripete il professore Carlo Morabito alla guida del laboratorio reggino dove gli studenti si cimentando nelle sfide della ricerca indirizzata allo sviluppo di tecniche basate su sistemi di intelligenza artificiale; una attività che negli ultimi anni è stata estesa allo studio dei fenomeni biologici che regolano il funzionamento del corpo umano. “Nella sinergia avviata con il professor Furato, considero molto importante l’obiettivo che si va a realizzare: fare in modo che i nostri giovani non si sentano inferiori a nessuno e siano protagonisti con la loro creatività e passione, nei circuiti internazionali che contano. In questo contesto- rileva il prof. Morabito-, lo spazio, quale campo di applicazione e di studio, rappresenta una attrattiva assoluta per i nostri giovani ai quali consegnare strumenti in grado di stimolare le loro intelligenze”.
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