Reggio

Venerdì 22 Novembre 2024

Un parco naturale in mezzo alle nuvole: ecco il monte Sant'Elia a Palmi FOTO

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

La pioggia caduta copiosa per tutta la notte regala una mattina che sa di resina e legno bagnato. Un gradevole profumo impregna l’aria e una sottile foschia avvolge la cima dei maestosi pini marittimi che popolano la pineta. La fitta schiera di alberi degradano dolcemente fino agli strapiombi con vista sul Mediterraneo. Il cielo grigio non toglie nulla allo spettacolo messo in scena dalla natura: lo stretto di Messina e le isole Eolie sembrano a portata di mano; nelle belle giornate i raggi del sole sul mare regalano lampi dorati e abbaglianti. Fa impressione pensare che un tale spettacolo sia contenuto in un così piccolo fazzoletto di terra. Il monte Sant’Elia sovrasta Palmi dai suoi 579 metri sul livello del mare, ma sembra alieno rispetto alla città e al sentire dei suoi abitanti. Un peso per chi amministra, quasi estraneo a tutti gli altri. La zona, invece, è conosciuta da chi viene da fuori, anche da altri paesi europei, e che sui suoi sentieri viene a fare escursionismo o trekking. Il percorso principale battuto dagli escursionisti è il “sentiero del Tracciolino”. Quest’ultimo è posto a mezza costa lungo il fianco nord-est del monte e inserito all'interno dei percorsi naturalistici della Calabria. Il suo itinerario è a picco sul mare della Costa Viola ed è un richiamo per i turisti e per gli appassionati di trekking. La percezione di quanto poco il monte Sant’Elia, invece, sia stato considerato dalle amministrazioni comunali, che si sono succedute negli anni a Palazzo San Nicola, è testimoniata dalla sua progressiva scomparsa anche dai programmi elettorali. Per la politica cittadina, Sant’Elia per anni non è stato più degno neanche di una citazione “en passant” su un foglio di buoni propositi. Un pezzo di territorio comunale dimenticato. Si è passati dai progetti mirabolanti, come la funivia che avrebbe dovuto collegare il monte al mare, al nulla. Eppure, i fondi messi a disposizione dall’Europa e dagli altri enti pubblici hanno offerto anche in passato un ventaglio di opportunità da esplorare, cavalcando la nuova sensibilità ecologista che si va sempre più diffondendo. In questa direzione, finalmente, pare essersi mossa l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Ranuccio. Come già annunciato in diverse occasioni, grazie a un finanziamento di 300mila euro messo a disposizione dalla Citta metropolitana, il Comune di Palmi ha deciso di rifare il belvedere nella zona delle Tre croci. Un’opera dall’amministrazione dell’ex sindaco Giovanni Barone e oggetto di numerose critiche per l’eccessivo uso di cemento. I lavori sono in fase di progettazione e a Palazzo San Nicola sperano che tra qualche mese possano partire. Poca cosa, però, rispetto al grande potenziale di Sant’Elia. I suoi bellissimi punti panoramici, costituiti da una serie di balconate realizzate con ringhiera e scale sopra i vari costoni della montagna, attendono da tempo che qualcuno intervenga perché possano essere di nuovo fruibili in sicurezza. Sono punti dai quali è possibile ammirare tutta la costa tirrenica, da Capo Vaticano allo Stretto di Messina, il mar Tirreno, le Isole Eolie, il vulcano Etna. Il principale di questi punti è proprio il “Rocco Isola”, quello che sarà oggetto di restyling nei prossimi mesi. L’idea più intrigante, che potrebbe porre le basi per una piena valorizzazione dell’intera area del Sant’Elia, è un’altra. Si tratta di un ripensamento completo del patrimonio naturalistico di Sant’Elia. L’amministrazione comunale ha indetto un concorso di idee, grazie a un altro finanziamento di 250mila euro messo a disposizione dalla Città metropolitana di Reggio Calabria, per la redazione di progetto di riorganizzazione e sistemazione dell’intero parco. Un’idea ambiziosa che prevede, tra le altre cose, la realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili, la rivisitazione degli spazi all’interno dei quali dovrebbero essere realizzati sentieri e affacci sul mare, oltre all’abbattimento di vecchi manufatti o impianti in disuso. Per l’intera operazione di recupero del parco di Sant’Elia, l’amministrazione comunale prevede una spesa di oltre 7 milioni e mezzo di euro. Un grossa cifra per un progetto ambizioso che, se dovesse essere realizzato, dovrà poi essere tutelato e incentivato con progetti, politiche mirate e con la passione che questo luogo magico merita.

Sporcizia e pochi controlli: è ora di cambiare strategia. Lo stato di abbandono: tra i boschi pieni di rifiuti e attività commerciali chiuse

Lo stato di abbandono non è riscontrabile solo nella mancanza di politiche di gestione e valorizzazione del parco naturale, ma anche dalla quantità di immondizia e degrado che contraddistingue l’intera area del monte Sant’Elia. Basta fare una passeggiata, per esempio, nella pineta nei pressi del belvedere delle “Tre croci” per rendersene conto. L’area verde è piena di rifiuti, quella picnic vandalizzata, resti di cibo per terra. La stesse immagini si possono ritrovare anche nella grande pineta che degrada dolcemente verso l’affaccio a mare. Piatti e posate di plastica sui tavolini e per terra, buste aperte con resti di cibo, il barbecue circondato da sporcizia. Sullo sfondo un’altalena, uno scivolo e altri giochi per i più piccoli a pochi passi da una piccola discarica. Spesso, e a ragione, ci si indigna contro le amministrazioni comunali che fanno poco o niente per preservare le aree naturali. Raramente, però, ci si interroga sullo scarso senso di civiltà di molti cittadini. In un periodo di crescente consapevolezza sulle questioni ambientali, scene del genere non possono essere più tollerate. Invocare l’installazione di telecamere in ogni metro quadrato di territorio comunale non può e non deve essere l’unica una soluzione. L’inciviltà e l’incuria da decenni sfregiano uno delle aree più belle dell’area della Città metropolitana di Reggio Calabria, il monte Sant’Elia, ma i segni dell’abbandono sono facilmente riscontrabili anche nei numerosi immobili abbandonati e cadenti che si incontrano lungo le strade della zona. Negli anni passati, alcuni di loro ospitavano attività commerciali e ludiche. Tra quest’ultime, uno dei primi centri sportivi della città che era sorto nei primi anni ‘90 del secolo scorso. In quella struttura erano stati installati i primi campetti di calcio a 5 della città e uno di tennis. A ricordare le voci di ragazzi e adulti che giocavano resta solo l’insegna posta all’entrata della struttura ormai chiusa. Nell’area di Sant’Elia resiste solo un noto ristorante pizzeria, tutto il resto è stato chiuso. La poca affluenza non solo di turisti, ma anche di cittadini che frequentano il monte soprattutto durante i mesi invernali non incentiva agli investimenti. Così, quelle già poche attività di ristorazione che negli anni passati avevano cercato fortuna sono state costrette e chiudere. Il progetto di rilancio dell’area, se davvero dovesse prendere corpo, potrebbe rappresentare un punto di partenza per immaginare un altro Sant’Elia, un’area bellissima dove praticare sport, passare una giornata in mezzo alla natura e dove poter finalmente investire con qualche sicurezza in più.

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