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Lavoro, coraggio, grinta e fantasia: Mario e Angela da Reggio all’Australia

Da Reggio alla terra dei canguri il passo è stato deciso ma soprattutto necessario. Mario Calello è arrivato in Australia, a Melbourne, assieme allamoglie nel 2017 con un working holiday visa, il visto perfetto per studiare e lavorare. «Abbiamo lasciato Reggio – racconta Mario – per fare nuove esperienze e costruire un futuro migliore. Appena arrivati siamo stati ospitati per un anno dai miei zii, che risiedono qui da tanto tempo, perché all’inizio era difficile trovare dall’Italia una casa in affitto considerando che non parlavamo bene l'inglese. In questi anni ho iniziato subito a lavorare come muratore perché conoscevo quest’ambiente essendomi già fatto le ossa nella mia città. Esperienze non bellissime come sa bene chi nasce al Sud e deve tirare a campare. O almeno così ci fanno credere».
Nel gennaio 2020 la coppia ha deciso di coronare il sogno d'amore, tornando in Calabria per qualche mese, ma la pandemia ha rimescolato e stoppato i sogni: «Siamo rimasti bloccati  per due anni e mezzo, affrontando non pochi disagi perché avevamo lasciato tutte le cose personali e i mobili in un deposito   pagato fino al nostro ritorno, che è avvenuto nel settembre 2022 con un student visa».
Tornati lì dove intravedevano più possibilità di futuro, sapevano di avere una motivazione in più perché Angela era in dolce attesa e nel 2023 è nata una meravigliosa bimba, Scarlett Rose: «Dopo anni di lavoro – ricorda il reggino emigrato – ho finalmente trovato una persona disposta a sponsorizzarci. Ma non è stato un successo. Insistendo e cambiando posti di lavoro, ho trovato la persona giusta disposta ad aiutarci davvero,  con una sponsorizzazione attualmente in corso».
Mario e la sua famiglia non rimpiangono la scelta australiana, fanno sacrifici ma sanno che alla fine saranno ripagati: «Ci sono tante differenze con il Sud Italia. In Calabria gli stipendi sono molto più bassi rispetto a qui. Altre cose? In Australia noti subito la pulizia nelle strade e nelle strutture sanitarie, la disponibilità e la mente aperta delle persone. A Melbourne ci siamo integrati bene, abbiamo stretto amicizia con tanti italiani e non solo, e anche mia moglie ha avuto la possibilità di fare nuove amicizie con i genitori di altri bambini».
E il suggerimento per coloro che vorrebbero ricalcare le loro orme è uno soltanto: «Il consiglio è di fare le giuste ricerche in modo che dopo sia più facile e di affidarsi a un immigration agent o a qualcuno con esperienza di lavoro, visti e pratiche burocratiche. E poi? Abbiate coraggio e non mollate mai. Noi continueremo – conclude – con questo sponsor sperando di arrivare al tanto desiderato visto permanente».
Tanti sono i calabresi che hanno fatto la stessa scelta di Mario come racconta Sergio Fucile, messinese, fondatore di Oztudy, agenzia con info point per chi arriva in Australia: «Nella mia carriera ho conosciuto tanti calabresi che sbarcano in Australia in cerca di un futuro migliore. E si tratta della regione che mantiene più tradizioni all’estero. Come per esempio la produzione di salame e la famosa 'nduja. La storia di Mario è abbastanza comune. E tanti mi raccontano che le paghe non sono regolari e in nero. In Australia un operaio riesce a vivere dignitosamente. Ora però le regole su come entrare in Oceania sono un po’ cambiate anche se c'è una buona offerta».

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