Non ha i toni del derby perché nel corso degli anni la rivalità si è affievolita, ma è pur sempre una gara importante e che appassiona quella fra Reggina e Catania. E non mancano i motivi. Il Catania può ancora aspirare alla promozione direttamente; la Reggina cerca a tutti i costi i playoff che le consentirebbero di sognare. Ospiti in gran forma e rigenerati da Walter Novellino ex di grido assieme a Rizzo e Sarno.
Hanno battuto la capolista Juve Stabia e adesso, assieme al Trapani, hanno il fiato sul collo della primatista. Costruito per giocare in B, si ritrova in una categoria che per molto tempo ha stentato a “riconoscere”. Gente come Lodi o Biagianti (oggi 250 gare con la stessa maglia) sono davvero un lusso per la categoria per cui sia loro che i compagni vanno guardati a vista e possibilmente “immobilizzati”.
E la Reggina? Nutile nasconderlo: cerca ancora se stessa. La squadra, tanto rinnovata negli uomini e a quanto pare anche nelle idee, va a singhiozzo. Non trova le giuste cadenze. Basta guardare i risultati per dedurre che il rapporto qualità-rendimento è misero. È vero che l a fortuna non l’ha aiutata, ma regalare punti a Potenza e Rende e poi non vincere contro la Paganese che ha subito 62 reti ad oggi, è stato davvero determinante ai fini di una classifica già penalizzata pesantemente e forse in maniera irreversibile dagli otto punti comminati dalla Lega.
Schieramento? Ungaro, Viola e Procopio, oltre a Baclet non ci saranno. Vedremo. Loro, in pratica al completo, sono passati dal 4-3-3 di Sottil, al 3- 5-2 di Novellino. Ma la qualità è rimasta sempre alta per cui noi dovremo essere all’altezza». Drago glissa e pensa prima di tutto ad ingabbiare i piedi buoni di Lodi e Biagianti.
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