Si rischia di diventare ovvi e scontati quando si parla di Reggina. Il comportamento ondivago di questa squadra non può portare a giudizi sereni e uniformi. La Reggina per il momento, anzi per questa stagione, va accettata così com’è. Strana, bizzarra, poco incline al vero sacrificio, un po’ narcisa, non abituata a lottare con la durlindana ma proclive al fioretto. E in Serie C, specie nel girone meridionale, conta più correre che toccare di fino. Detto e premesso questo è giunto il momento che gli amaranto si diano una regolata e offrano al presidente Gallo soprattutto vittorie e con le stesse i playoff. Poi sarà quel che sarà. Predire quel che accadrà è perfettamente inutile. Quel che è certo è che i playoff vanno raggiunti e giocati. Anche una sola gara ma vale la pena esserci. Domani, intanto, c’è da battere la Sicula Leonzio delusa per la sconfitta interna col Siracusa ma che ha una classifica quasi pari a quella amaranto. Un solo punto in meno. In conferenza stampa il tecnico è stato esplicito: «Brucia anche a me perdere come è accaduto domenica scorsa, ma l’obiettivo è raggiungere i playoff. Credo che a 47-48 punti si può essere dentro. Cosa è mancato a noi? Soprattutto il coraggio. Con la Sicula che viene da due sconfitte consecutive ce ne vorrà e non sarà affatto facile». «Questa gara dà inizio a una serie di scontri diretti tutti duri e difficili da superare. Quali possono essere i vantaggi in questo incontro? Due: i tifosi e il terreno di gioco quasi perfetto. Confido ovviamente nel nostro gioco ma confido anche sul contributo entusiasta dei tifosi e sul fattore campo. Peccato che dobbiamo fare a meno di Seminara, Procopio e Doumbia e che le condizioni di De Falco non siano al top. Ma il calcio è anche questo». Fin qui, Drago. La parola passa al campo.