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Calciatori del Rieti in sciopero, annullato il match con la Reggina: 0-3 a tavolino

Lo stadio Scopigno di Rieti (foto gianlucadimarzio.com)

Non si è giocato allo Scopigno. Rieti-Reggina del girone C di Serie C è stata annullata. La partita delle polemiche, col Rieti in campo con la Berretti per la gara contro la Reggina a causa dello sciopero dei calciatori della prima squadra senza stipendio, non è stata disputata.

Prevista per le 15, l’arbitro Michele Cairano di Ariano Irpino, ha deciso che la gara non si poteva giocare dopo aver atteso 45 minuti: formalmente ci sono irregolarità nella distinta di gara del Rieti. Il tecnico della Berretti, Lorenzo Pezzotti, non ha la deroga (come ce l'aveva dopo le dimissioni di Mariani) per guidare una gara di C anche con i ragazzi in campo.

Il primo allenatore del Rieti, Bruno Caneo, ha inviato nei giorni scorsi un certificato medico per giustificare la sua assenza oggi allo stadio, così come l’ha inviato il suo vice Antonio Maschio. Dal club, e in particolare dalle parole del dg Pierluigi Di Santo, dicono di aver richiesto la deroga per Pezzotti, che però evidentemente non è stata presa dagli organi competenti con i canoni dell’urgenza e non approvata o vagliata.

Da considerare che per "assistere" alla gara anche se a porte chiuse, sono arrivati in tutto una cinquantina di tifosi della Reggina che hanno solidarizzato col club di casa. Presenti fuori dallo stadio anche molti tifosi del Rieti. Le due squadre, ufficializzato l’annullamento, hanno iniziato un allenamento.

«Nel dover constatare purtroppo che a Rieti sono venute meno le condizioni per portare avanti un progetto serio nel calcio professionistico, la mancata disputa della gara Rieti-Reggina conferma come le norme che abbiamo introdotto meno di sei mesi fa hanno impedito il verificarsi di una farsa e che si falsasse il campionato».

Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha commentato così la mancata disputa della partita. «Non si scherza più - ha sottolineato il presidente federale - basta prese in giro, lo avevamo promesso a tutti i protagonisti del nostro mondo, primi su tutti i tifosi: gli sciacalli non hanno diritto di cittadinanza nel calcio italiano».

A seguito dei fatti incresciosi avvenuti nella scorsa stagione agonistica, il Consiglio Federale della Figc, infatti, ha modificato le norme per impedire che si verificassero più casi come Cuneo-Pro Piacenza. Il pacchetto di provvedimenti adottato in due riunioni successive a inizio 2019 non consentono più a una società di scendere in campo senza l’allenatore titolato a farlo e se si manifestano evidenti carenze organizzative e gestionali.

A queste si aggiungono, con l’obiettivo di preservare la competizione sportiva, l’esclusione dal campionato alla mancata disputa di due gare ufficiali (prima erano 4) e al mancato pagamento degli emolumenti per due bimestri. Il quadro complessivo è stato completato con la decisione di non assegnare punti nelle gare dove una delle due squadre risulti rinunciataria, indipendentemente se queste si verifichino nel girone di andata o in quello di ritorno.

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