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Orlando non dimentica la Reggina: "Quanti ricordi con l'amico Mimmo"

Si naviga a vista anche nel clan amaranto, in attesa dell'assemblea della Lega Pro convocata per venerdì, in tele-conferenza, dal presidente Ghirelli. Ci sarà da riscrivere l'agenda, dopo aver verificato se ci sono o no le premesse per far ripartire il campionato. Il contenzioso è ampio e le posizioni non sono univoche.

Da escludere, al momento, la ripresa degli allenamenti in gruppo. La stretta verrà estesa a tutta la settimana dopo Pasqua, i giocatori continueranno a lavorare a casa, i negozi resteranno chiusi, al pari di bar, pub e pizzerie. Saracinesca abbassata anche al ristorante di Massimo Orlando, a Firenze. Noi abbiamo idealmente bussato, perché l'epidemia ci sta portando via il calcio giocato, ma non le storie e i ricordi più belli. L'ex centrocampista, appese le scarpette al chiodo, si è cimentato nell'attività imprenditoriale e, a tempo perso, fa anche l'opinionista in Tv.

Nato nel 1971 a San Donà di Piave, in Veneto, ha trovato giovanissimo il suo trampolino di lancio a Reggio, dove, a distanza di una trentina d'anni, è sempre amato dai tifosi amaranto. Due stagioni in amaranto, in serie B, dal 1988 al 1990 (dopo i primi passi nel Conegliano), sufficienti per ritagliarsi uno spazio importante con in panchina prima Scala e poi Bolchi. Capelli al vento, ottimo dribbling, buon tiro dalla distanza e grande visione di gioco (bellissima una sua rete dalla distanza realizzata allo stadio "Sinigaglia" contro il Como) Orlando, alla vigilia dei mondiali di Italia '90 venne ceduto alla Juventus per la cifra record di sei miliardi di lire. Finito in prestito alla Fiorentina, la società gigliata decise di acquistarlo definitivamente nella stagione successiva e per diversi anni fu l'idolo della tifoseria viola.

Poi Milan, Atalanta e Pistoiese. In bacheca una Coppa Italia, due Supercoppe Italiane e una Supercoppa Europea. Con l'Under 21 di Cesare Maldini nel 1992 si laureò Campione d'Europa. Un Palmares che, senza gli agguati della sfortuna, sarebbe stato ancora più luccicante: «Peccato, avrei potuto dare sicuramente di più».

Come vive questa situazione?

«Con grande preoccupazione, come tutti del resto. Speriamo finisca presto l'emergenza per tornare alla vita normale. Le attività commerciali sono ferme e mi auguro che entro fine aprile si possa riaprire».

La Reggina ha ripreso a volare...

«Quando sono libero la seguo in tv. Fa piacere che sia in testa. Primato meritato, buon lavoro di Toscano. Con Mimmo ci conosciamo da più di trent'anni. Giocammo assieme proprio a Reggio. Forse il Bari, dal punto di vista delle individualità, sembra avere qualcosa in più. La differenza l'ha fatta il gruppo amaranto che appare granitico. I biancorossi stanno pagando l'avvio altalenante. Se il campionato dovesse riprendere, come mi auguro, la formazione del presidente Gallo non dovrebbe avere problemi a raggiungere la B».

Si parla di una riforma dei campionati di Lega Pro. Come dovrebbero essere strutturati?

«Troppe sessanta squadre. Serve una drastica riduzione, altrimenti il comparto rischia di esplodere. Ci sono club che il prossimo anno, anche per le conseguenze del coronavirus, non potranno iscriversi».

Qualche rimpianto per non essersi imposto al Milan?

«Ebbi diversi problemi fisici. Mi sarebbe piaciuto ritagliarmi uno spazio in quel fantastico gruppo».

Incertezza sulla ripresa dei campionati. Il presidente Ghirelli ha fatto ancora una volta chiarezza dicendo che fino a quando non ci sarà un vaccino per il Coronavirus, si giocherà a porte chiuse e che per quanto riguarda i parametri per l'iscrizione al prossimo campionato, le società non dovranno presentare la fideiussione».

Sulla sospensione o meno dei campionati è intervenuto Massimo Taibi: «Tengo è chiarire che l'ultima decisione spetta alla FIGC e al Consiglio Federale. Niente, quindi, fughe in avanti».

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