I ricordi legati all'amaranto restano incancellabili. L'esordio in Serie A, in un Reggina-Juventus passato agli annali della storia calcistica, nonostante una breve parentesi in riva allo Stretto, una esperienza di vita duratura. Quella alla Reggina per Felice Piccolo è stata una tappa importante della sua lunga carriera da calciatore, con oltre trecento presenze tra i professionisti, due scudetti vinti in Romania con la maglia del Cluj e l'esperienza in Champions League. La sua passione per il calcio lo ha portato, adesso, a concentrarsi sul futuro, sui giovani pronti a spiccare il volo verso i professionisti ma solo «se si riesce a indirizzarli, a far capire loro le dinamiche gli aspetti del calcio attuale».
Con la sua agenzia segue alcuni profili delle giovanili della Reggina e, da ex calciatore, vive la gestione calcistica dei ragazzi che verranno, preparandoli ad un percorso di crescita.
Piccolo l'emergenza Covid continua a sferzare anche il comparto calcistico, giusto andare avanti?
«Credo di sì, vale per il calcio ma anche per altri settori. Non bisogna fermarsi ma attuare dei protocolli unici, soprattutto per le manifestazioni sportive, senza distinzione di categoria e che consentano di proseguire le attività in sicurezza. È quello che si sta cercando di fare e ritengo la strada giusta».
Ne risentirà sicuramente il calciomercato?
«Inevitabilmente sarà un mercato a rilento. Le società prima di chiudere le trattative andranno ad analizzare tutte le situazioni. Assisteremo a molti scambi e, come già da alcuni anni, la maggior parte delle operazioni verranno fatte negli ultimi giorni di calciomercato perché la situazione è molto complicata per tutti e si deve spesso fare di necessità virtù in un periodo come questo».
Ha seguito la Reggina in questa prima parte di campionato?
«Sì, ottima partenza, poi non so cosa sia potuto accadere. L'ultima volta l'ho seguita personalmente nella sfida di Benevento. Sono convinto che il cambio di guida tecnica porterà i frutti desiderati dalla società. Non è mai facile rientrare in corsa, ma la competitività della rosa potrà essere determinante per continuare a risalire la classifica nel prosieguo della stagione».
Lavora “con i giovani e per i giovani”: sono tornati protagonisti in questa Serie B?
«Credo che il calcio sia cambiato. Molte proprietà, adesso, guardano agli esempi di Atalanta e Sassuolo per portare avanti la propria squadra, cercando di fare investimenti sui ragazzi e poi ottenere delle plusvalenze. Ma questo non è un esercizio facile, prima di tutto bisogna possedere strutture e allenatori adeguati. I giovani vanno fatti crescere con pazienza e vanno anche tutelati nello spogliatoio».
E la Reggina?
«Ha dei talenti di qualità, Cortinovis è uno di questi che sicuramente potrà fare ancora meglio. Anche Adjapong, recuperando la forma perfetta dopo l'infortunio, potrà essere nuovamente importante».
Il settore giovanile amaranto a che punto è?
«La Reggina ha un centro sportivo dove si può far bene, ha un grosso bacino con poca concorrenza in termini di settore giovanile, tecnici e responsabili preparati che stanno lavorando nel modo giusto. Bisogna solo aspettare e dare tempi ai ragazzi di crescere, magari dandogli la possibilità di allenarsi con la prima squadra per un processo di maturazione completa».
Otto presenze ma tanti ricordi nella sua esperienza Reggina?
«Ero giovane ma la città di Reggio mi è rimasta dentro. Ogni qualvolta che torno mi si apre il cuore, riesce a regalarti qualità umane che non si riscontrano facilmente. Reggio mi riporta indietro del tempo e mi regala sensazioni uniche».
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