Viaggio di ritorno da Brescia col sorriso sulle labbra e il petto gonfio di soddisfazione. Quella che ha collezionato la sua quarta vittoria in trasferta (la nona stagionale) ormai sembra una Reggina da sballo, che continua a stupire per personalità e maturità tecnico-tattica. I tre punti ottenuti al “Rigamonti” l'hanno riavvicinata alla vetta occupata dal Frosinone, prossimo avversario dopodomani al Granillo. Bella rivincita sportiva quella di Pippo Inzaghi, l’artefice di questo capolavoro. Il tecnico continua a mantenere un profilo basso nelle sue esternazioni, ma sa che la squadra risponde perfettamente ai comandi ed ha i requisiti per arrivare fino in fondo. Il vantaggio sulle terze è salito a sei lunghezze. Ma non è solo una questione numerica. Gli amaranto hanno rubato l'occhio a tutti sfoderando, soprattutto nel primo tempo, una prestazione scintillante frutto di una grande convinzione nei propri mezzi. Un aspetto rimarcato dallo stesso allenatore nel post-match: »Il nostro è stato un dominio assoluto, merito dei giocatori scesi in campo con il piglio giusto».
Note interpretate a memoria
Di fronte ad un avversario organizzato e forte mentalmente, il Brescia è rimasto quasi ipnotizzato. La Reggina di oggi sembra una orchestra che suona a memoria senza guardare lo spartito. Difesa attenta nelle chiusure (Camporese e Gagliolo non hanno sbagliato un intervento, bene anche Colombi), corsie ben presidiate con Pierozzi e Canotto a destra, Di Chiara e Rivas a sinistra, un centrocampo sontuoso al quale Hernani dà il tocco di classe, Mayer assicura esperienza e robustezza e Fabbian continua a stupire per nerbo atletico, ritmo e velocità negli inserimenti in area avversaria (è il capocannoniere con cinque reti e l'Inter ha prenotato il rientro alla casa madre per la prossima stagione). Ciliegina sulla torta, un ritrovato Menez che in riva allo stretto sta vivendo una seconda giovinezza. Con i suoi lampi abbaglianti dà imprevedibilità alla manovra, e continua a firmare reti importanti, come è accaduto domenica: spettacolare il raddoppio siglato con uno “scavetto” morbido e beffardo. Se continua così potrà arrivare in doppia cifra. Ci spera l’allenatore che ha creduto in lui quando in pochi avrebbero scommesso.
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