Il momento richiede uno sforzo comune. Per uscire dal tunnel e ritrovare un cammino smarrito, servono qualità umane, mentali, atletiche e tecniche. La Reggina si lecca le ferite, sommando al dispiacere la carica di chi vuole riemergere. Certo sembra andare tutto per il verso storto, gli episodi, le decisioni, gli infortuni.
Sabato contro il Modena, in uno scontro che a tutti gli effetti può essere annoverato come uno scontro cruciale per i playoff, gli amaranto dovranno fare a meno di Giovanni Fabbian, autore del primo gol a Cittadella ma anche del doppio giallo che ha lasciato gli amaranto in inferiorità numerica, facilitando la rimonta dei veneti nel secondo tempo. Inzaghi dovrà scegliere il sostituto e per farlo, molto probabilmente, si affiderà all’esperienza e alla saggezza di Lorenzo Crisetig. Ma le decisioni andranno ponderate in settimana con maggiore riflessività e analisi, in questo momento alla Reggina potrebbe servire maggiore dinamismo in mezzo, soprattutto per supportare e aiutare una tenuta difensiva che nel ritorno è tra le peggiori della cadetteria. Si dovrà ripartire da un dato oggettivo e di fiducia: il primo tempo di Cittadella è stato il migliore giocato dalla Reggina in queste ultime sei gare, a tratti si è rivista la squadra entusiasmante ed intraprendente del girone d’andata capace di colpire e capitalizzare le occasioni create, riuscendo a tenere in mano il pallino del gioco ed essere ripetutamente pericolosa, subendo il nulla.
La ripresa, purtroppo, ha recitato un campione completamente differente, analogo a quanto andato in onda nelle partite contro Pisa, Palermo e Sudtirol. Non è facile uscire dal momento delicato, non lo è soprattutto per un contorno di episodi sfortunati che stanno contraddistinguendo l’attuale cammino della squadra di Inzaghi, vedi ad esempio quei gol di pregevole fattura trovati dagli avversari, prodezze tecniche che se tentate altre cento volte difficilmente riuscirebbero con la stessa efficacia.
La spia rossa è ormai accesa e le valutazioni andranno compiute più approfonditamente: se la Reggina in queste sei gare ne ha perse cinque, subendo undici gol e segnandone sei, un problema evidentemente esiste. Starà nella bravura di Inzaghi e dei calciatori, nella serenità della società e nella compattezza dell’ambiente, trovare le energie per la riscossa. Servirà qualcosa in più dall’attacco e dagli attaccanti che non possono più far mancare il proprio apporto.
Ad eccezione di Menez (che se non segna è sempre utile con gli assist) gli altri stanno deludendo. Non segnano e non lasciano nemmeno il segno. Gli esterni offensivi stanno mancando negli strappi che aiuterebbero la squadra a respirare e tenere maggiormente il palleggio, mentre i centravanti sgomitano e lottano ma non incidono in fase realizzativa.
Anche questo è un dato da sovvertire. Per uscire dalla situazione è necessario un salto di qualità collettivo, nessuno può risparmiarsi o fallire ancora l’ennesima occasione. Fondamentale interrompere la striscia negativa per il morale ed un futuro ancora da scrivere.
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