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Reggina ha smarrito le certezze. Ma a Perugia è chiamata a ritrovarle

Sabato la sfida in casa degli umbri che vogliono allontanarsi dall’area playout

Senza certezze. La Reggina le ha smarrite in queste nove gare, perdendone sette e scendendo dal secondo al sesto posto in classifica, superata da Genoa, Bari, Sudtirol e anche il Pisa. L’inerzia è completamente sfavorevole agli amaranto, ormai nel pieno del mare mosso ed in difficoltà di prestazioni e risultati: difendere un possibile posto playoff è l’obiettivo dichiarato, ma per passare dalle parole ai fatti bisognerà affidarsi ai calciatori.
Quei calciatori che vanno in campo e che nel girone di ritorno hanno dilapidato l’ottima parte iniziale. L’entusiasmo e la solidità sono aspetti andati persi, la paura di non riuscire a sovvertire un andamento così negativo rischia di prevalere. A Perugia gli amaranto saranno chiamati ad una nuova sfida complessa contro una compagine che deve conquistare punti perché impantanata nella zona a rischio. Gli umbri nel percorso casalingo hanno totalizzato 19 punti (5 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte, 17 gol realizzati e 14 subiti) solamente quattro in meno di quelli ottenuti dalla Reggina al “Granillo”. La squadra di Inzaghi, inoltre, sembra aver smarrito completamente lo smalto da “trasferta”, non vincono dalla gara di Ascoli a dicembre e sono reduci da quattro ko consecutivi (Bolzano, Palermo, Cittadella, Cosenza).
Se in Umbria dovesse arrivare un nuovo risultato negativo potrebbe essere compromessa la corsa ai playoff. È doveroso fare queste premesse affinché si arrivi a capire (soprattutto chi va in campo) quanto sia fondamentale approcciare mentalmente senza sbavature alla gara contro la formazione di Castori. Prima servirà il carattere. La qualità dopo.
Senza Cionek, squalificato, la Reggina di Perugia potrebbe essere molto simile a quella che nel girone d’andata aveva entusiasmato. In difesa dovrebbe giocare Camporese con Gagliolo, ma resta attuale il ballottaggio con Terranova. Inzaghi vorrà affidarsi ad un tridente “consolidato” per ritrovare i gol e possibilmente i punti. Più che plausibile il ritorno di Jeremy Ménez nella posizione di attaccante centrale. Il francese è l’uomo della speranza per la Reggina, il calciatore che più di tutti ha le “armi” per decidere le partite ed è anche quello che in queste sconfitte ha mostrato maggiore grinta e voglia di lottare, rendendosi prezioso anche in fase difensiva come probabilmente mai aveva fatto nella sua carriera.
Ma ciò che manca in questo momento è il contributo degli esterni offensivi, a secco da tanti turni ma soprattutto impalpabili in termini di occasioni create o pericoli arrecati alle porte avversarie. Con Ricci ai box, restano i soliti tre per due maglie: Canotto e Rivas hanno composto il terzetto con Ménez nel “momento d’oro”, Cicerelli ha giocato poco da titolare e nelle ultime uscite, da subentrato, non ha effettivamente convinto.
Dei tre nessuno sta garantendo continuità di prestazioni e affidabilità, poco efficaci in fase offensiva, troppo leggeri in chiave difensiva (ad eccezione di Rivas). La scelta, insomma, non è delle migliori.

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