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Reggina, che incubo: ora è forte il rischio di una penalizzazione

La Procura Figc ha chiuso le indagini sui mancati pagamenti di stipendi e Irpef. Si paventano dai quattro ai sette punti, ma intanto la squadra sul campo deve reagire

Mettere in cassaforte la salvezza. Prima possibile dato che la situazione si è fatta incredibilmente preoccupante, non solo per una crisi di risultati ormai costante, profonda e davanti alla quale non si intravede un’uscita immediata, ma anche per fattori extra campo che, settimana dopo settimana, si palesano sempre più rognosi e preoccupanti. Ad appesantire il sabato già marchiato dall’ignobile poker subito in casa contro il Cagliari è arrivata anche la chiusura delle indagini della Procura Figc, a seguito della segnalazione Covisoc, per non aver rispettato la scadenza del 16 febbraio sia per una parte degli stipendi (il riferimento è ad alcuni dei calciatori ceduti a gennaio) che dei contributi Irpef. Si paleserebbe per la Procura la “responsabilità diretta” del club.
Le tempistiche. Entro cinque giorni il club amaranto potrà produrre la propria difesa, successivamente la Procura ne avrà dieci per poter far scattare il deferimento, scenario molto plausibile. La richiesta potrebbe essere di quattro punti di penalizzazione. Ed ancora non si è arrivati ad analizzare la successiva scadenza, quella del 16 marzo, anch’essa saltata dalla Reggina, sempre su indicazione del Tribunale con il quale è stato avviato un percorso di concordato per la rateizzazione del debito pregresso.
Il rischio penalizzazione. Tutti gli scenari sono ammissibili. La Reggina, non andrà incontro (in questa prima fase) alla recidività trattandosi della prima infrazione. Non si ravvisano gli elementi per paventare una esclusione degli amaranto, dunque, così come invece richiesto da qualche altra società in procinto di retrocedere sul campo. La Reggina però, almeno in prima battuta, rischia un’elevata penalizzazione. Dai quattro ai sette punti, sommando il possibile (ma ragionevole) deferimento che potrebbe arrivare per aver saltato anche la seconda scadenza del 16 marzo (un unico mese sul tavolo e non un bimestre, da qui la sanzione inferiore).
La difesa. Premesso che deferimento non significa penalizzazione sicura, bisogna andare oltre e interpretare quello che potrà accadere e fin dove il club amaranto potrà e vorrà difendersi per far valere le proprie ragioni, dettate da una Legge dello Stato (primaria), a cui le norme federali e l’ordinamento sportivo si è ancora adeguato, restando indietro, nonostante la “Salva Aziende” sia entrata in vigore da agosto 2022. La Reggina potrebbe ricorrere al Tar e non solo, appellandosi a tutti i gradi ed Organi disponibili per dimostrare la propria buona fede: questo potrebbe anche portare ad un blocco della post season come già avvenuto in passato per altri campionati professionistici.
Non sono dei ragionamenti che saranno sottovalutati dal Tribunale federale, conscio che un contenzioso lungo e problematico causerebbe poi delle difficoltà all’intera cadetteria. Per scenari imprevedibili una sola cosa è certa: i calciatori, gli unici che dovrebbero pensare solo al campo, sono chiamati a conquistare quei punti indispensabili per blindare la categoria. Devono fare solo quello.

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