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Reggina deferita: in arrivo la penalità

La Procura Federale ha notificato il prevedibile atto relativo alle scadenze dello scorso febbraio. Ipotesi -3 o -4 in classifica

«La Reggina ha ricevuto il prevedibile atto di deferimento relativo alle scadenze dello scorso 16 febbraio». Il club ieri pomeriggio ha ufficializzato una notizia già nell’aria, alle prese con l’impossibilità di rispettare i termini dei pagamenti fiscali in virtù della procedura di concordato in essere con il Tribunale. Deferimento giunto dopo che la Procura Federale ha avviato l’indagine relativa alla Reggina ed ai legali rappresentanti in seguito alle segnalazioni Covisoc sul mancato pagamento, in favore di alcuni tesserati degli emolumenti di novembre e dicembre 2022 e al mancato versamento delle ritenute Irpef relative alle stesse mensilità, tutti con scadenza a febbraio. A questo punto, per la Reggina è possibile la penalizzazione, dai 3 ai 4 punti in “ballo”, ma bisognerà “leggere” e attendere quanto accadrà sul tavolo della giustizia sportiva. Il club ha già pronta la linea difensiva, con l’avvocato Paolo Rodella (lunedì ha incontrato a Roma i rappresentanti della Procura Federale) che sta lavorando a stretto contatto con la dirigenza. «Siamo fiduciosi – scrive la Reggina – che potremo dimostrare la correttezza del percorso intrapreso già davanti al Tribunale Federale Nazionale della Figc. Continuiamo a operare nel rispetto delle regole per garantire la solidità della società e la trasparenza dello sport».
I passi sembrano essere quelli ampiamente preventivabili. Indagine, deferimento, (possibile) penalizzazione, ricorso del club. Nonostante nelle scorse settimane si sia ufficialmente aperto in Federazione un dialogo serio per trovare un punto d’incontro tra la normativa federale ed il Codice della Crisi d’impresa (quello utilizzato dalla Reggina per rientrare dalla pesante mole debitoria delle gestioni societarie precedenti), la procedura dovrebbe non mutare, seguendo una prassi consolidata ma che questa volta potrebbe avere un esito differente.
Il club ha tutte le carte in regole per ribaltare le decisioni e divenire “apripista” di un processo normativo che riguarderebbe l’intero comparto calcistico italiano. Affermando la propria strategia in ogni sede deputata. Non sarà facile ma questa volta la società amaranto non parte sconfitta anche perché interpreta un caso inedito nel panorama professionistico. In questo momento, infatti, la situazione non può essere banalizzata o ridotta ad un semplicistico “non sono state rispettate le scadenze”. Bisogna andare più a fondo e considerare almeno due presupposti fondamentali. La Reggina aveva ed ha in cassa la liquidità per ottemperare ai pagamenti. Ma soprattutto ha semplicemente rispettato una regola della Legge dello Stato (Primaria) che con una procedura di concordato in corso consente solo il pagamento di tutto ciò che assicura la continuità aziendale. Qui il vero problema rimane il mancato allineamento dell’ordinamento sportivo che rimane indietro almeno di un anno (il Salva Imprese è entrato in vigore nell’agosto 2022) come se la questione non riguardasse anche i club del calcio italiano. Una lentezza esasperante che adesso dovrà essere necessariamente superata con un intervento di adeguamento della normativa sportiva a quella statale.
Ci sono, inoltre, vicende simili (ma non uguali) nelle quali società con istanza di concordato avviata, penalizzate in primo grado per non aver rispettato le scadenze federali, hanno visto annullare la sanzione dal Collegio di Garanzia del Coni. Ed è su questo fronte che la Reggina giocherà la sua partita extra campo conscia delle proprie ragioni, delle parole del Tribunale fallimentare e di quanto stabilito dalla Legge dello Stato. Sarà un percorso ancora lungo (in mezzo entreranno anche i mancati pagamenti di marzo, anche questi per le stesse ragioni) ma l’esito non è per nulla scontato.

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