Si è parlato molto negli ultimi giorni del piano di ristrutturazione del debito della Reggina. Per il club amaranto adesso, però, è soprattutto il tempo di pensare al futuro. Quello immediato si chiama iscrizione. Il 20 giugno scadono, infatti, i termini per presentare la domanda di partecipazione al prossimo campionato cadetto. Tutti i club devono regolarizzare la propria posizione dal punto di vista economico, presentare i documenti e allegare una fideiussione da 800.000 euro. La Reggina si è subito attivata per farsi trovare pronta in vista della prossima scadenza. Una tappa importante con cui si vuole chiudere il cerchio del percorso che ha portato al risanamento della società. C’è, dunque fermento, dal punto di vista amministrativo. Si registra, invece, una certa quiete per quel che riguarda le questioni tecniche. Una calma piatta che può essere anche normale se si considera ciò che è accaduto negli ultimi giorni. Si attende, però, che qualcosa possa muoversi al più presto, considerato che altre società stanno iniziando a sviluppare in modo concreto i programmi in vista della prossima stagione. Un anno fa la Reggina partì con grande ritardo rispetto a tutte le altre. Quest’anno, in teoria, ci sarebbe una base più ampia su cui lavorare, ma molto dipenderà dal progetto che si intende portare avanti. Il direttore sportivo Massimo Taibi e l’allenatore Filippo Inzaghi sono sotto contratto fino al 2025. Ci sono, inoltre, diversi calciatori anche importanti che sono legati al club anche per la prossima stagione. Se si intendesse proseguire sulla strada del progetto ambizioso e triennale il percorso sarebbe per molti versi già tracciato. Ad oggi non si registrano segnali né sulla conferma dei programmi dichiarati nell’estate del 2022 e durante la stagione , né su un eventuale ridimensionamento. Rispetto ad una settimana fa, però, c’è un elemento in più: l’omologa del piano di ristrutturazione del debito. La Reggina l’ha ottenuta anche perché sono state analizzate le possibili strategie. Tra questa ci sarebbe anche l’eventuale abbassamento del monte ingaggi. Un’eventualità che, ovviamente, non sembrerebbe compatibile con quanto dichiarato nelle ultime settimane da Inzaghi. La voglia di alzare l’asticella del tecnico va in una direzione contraria rispetto all’ipotesi di lavorare sull’abbassamento dei costi. Spendere in Serie B non equivale ad avere la certezza di stare in alto, ma aiuta. Prova ne sia che alla fine due delle tre promosse della stagione appena conclusa fossero le favorite della vigilia, ossia Genoa e Cagliari. Ma è anche vero che il Frosinone è andato in A con un progetto basato sui giovani di qualità e il Bari si è fermato ad un passo dalla massima serie con spese inferiori a quelle della Reggina. Presto si saprà quale sarà la futura strategie del club amaranto. L’unica certezza è la necessità di creare un modello di gestione sostenibile e che dia stabilità per il futuro.