Sono giorni di attesa in casa Reggina. Club e tifosi attendono che, entro domani, la Covisoc si pronunci sulla posizione della società amaranto. Un’attesa quasi estenuante per un’intera tifoseria che sta vivendo l’ennesimo giugno in cui la normale prosecuzione dell’attività sportiva è in dubbio. Nonostante la fiducia assoluta messa in mostra dalla società con le ultime dichiarazioni della proprietà e diversi punti del regolamento che sembrano essere il principale motivo di speranza, resta l’incertezza. La Reggina non ha pagato gli 800.000 euro derivanti dallo stralcio del 95% delle pendenze con l’Erario avuto con la sentenza di omologa della ristrutturazione del debito. Un pagamento che, secondo la scadenza fissata dal provvedimento, è da effettuare entro il 12 luglio. C’è chi, però, sottolinea che trattandosi di pendenze con l’Erario, in base alle regole calcistiche, era tutto da saldare entro il 20 giugno. Qualora nelle valutazioni prevalga la seconda linea, il club amaranto rischierebbe la non iscrizione in prima battuta e sarebbe chiamato a ricorrere nei diversi gradi della giustizia sportiva ed eventualmente ordinaria per ribaltare un’eventuale iniziale non ammissione. Quasi impossibile fare una previsione su ciò che accadrà. Trattandosi di un caso specifico e mai visto nel calcio, non c’è una casistica che possa far prevedere gli orientamenti. Anche perché, andando a spulciare tutti i diversi testi regolamentari a cui fare riferimento, si fatica a trovare una norma che con certezza assoluta isoli le inadempienze del club amaranto o allo stesso tempo dia senza dubbio la convinzione che la Reggina non corra alcun rischio. Il silenzio societario non aiuta a capire i motivi che abbiano spinto il club a non saldare una cifra quasi marginale rispetto allo sforzo profuso per completare tutti i pagamenti richiesti entro il 20 giugno. Di certo ci si trova davanti al paradosso di trovarsi una Reggina che dal punto di vista legale non ha inadempienze e che deve fare i conti con i dubbi sul suo futuro calcistico. La certezza è che la fase di attesa per le valutazioni della Covisoc è uno sbarramento per ogni altro aspetto che riguarda il club. Non ci sono ancora le condizioni affinché un potenziale acquirente scelga di accelerare nella trattativa di acquisizione. I discorsi potranno riprendere solo qualora le nubi sul futuro e sull’iscrizione si allontanino in maniera definitiva. E non ci sono, ovviamente, neanche i margini per programmare l’ordinaria amministrazione che riguarda la normalità di un inizio stagione. A partire dal ritiro e dalla progettualità tecnica. Oggi, nella migliore delle ipotesi, la Reggina si troverà ad affrontare la stagione 2023-2024 con un ritardo importante nella definizione delle strategie rispetto a tutti gli altri. Il direttore sportivo Massimo Taibi ed il tecnico Filippo Inzaghi restano in attesa di indicazioni che non sarebbero mai arrivate sul futuro. C’è, inoltre, in scadenza il 30 giugno il team manager Giusva Branca che nell’ultima stagione ha avuto un’importante funzione equilibratrice. Neanche gli altri dipendenti del club avrebbero ricevuto linee guida di qualche tipo. L’altro elemento su cui nulla si sarebbe mosso è la manutenzione dei campi del centro sportivo “Sant’Agata” e del “Granillo”. Ad oggi pare forte la probabilità che ci si trovi, all’auspicabile ripresa dell’attività, con dei manti erbosi in condizioni pessime. In base, però, a quella che è la stretta attualità sembra chiaro che il ritardo su tutto sarebbe forse del minore dei mali.