Non è ancora finita. Non è una speranza, ma un dato di fatto per la Reggina. Il club amaranto, al momento escluso dalla Serie B, ha già annunciato l’intenzione di far valere le proprie ragioni nei diversi gradi di giudizio e ieri scadevano i termini per inoltrare il ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport. La tifoseria è in preoccupata attesa e questo pomeriggio (ore 19, piazza Duomo) si mobiliterà per una manifestazione pubblica. L’occasione sarà utile a compattare l’ambiente in una fase in cui l’unica cosa che conta sarebbe ritrovare ciò che i risultati sul campo hanno dato: la Serie B. La fede va oltre la categoria, ma c’è consapevolezza che una nuova mancata iscrizione, otto anni dopo l’ultima, sarebbe un colpo durissimo per tutta la città. Nella tifoseria si avverte il chiaro sentimento di chi ritiene di avere subito un torto con la non ammissione al campionato, ma anche la delusione per scelte societarie ed una gestione complessiva che sono diventati qualcosa di diverso rispetto a quanto era stato prospettato. Non c’è, però, più il tempo per guardare al passato. Neanche quello più recente. Il pensiero va già al Collegio di Garanzia dello Sport, la Cassazione del mondo sportivo. La discussione del ricorso presentato avverrà il 20 o il 21 luglio. Per il caso Reggina sarà quasi come ripartire da zero. La questione sarà giudicata da un organo che ha caratteristiche diverse rispetto a quelli che fino al momento si sono occupati di effettuare delle valutazioni sulle controversie specifiche del caso amaranto. Il primo è stato la Covisoc, il cui compito è sostanzialmente quello di stabilire se le società rispettano i parametri economici e hanno i requisiti necessari per l’iscrizione in base ai regolamenti calcistici. Poi, dopo il ricorso, è stato il momento del Consiglio Federale che nella maggior parte dei casi segue le indicazioni della commissione. Raramente si è assistito ad un ribaltamento delle cose in questa fase. L’ultimo grado della giustizia sportiva dà la sensazione di essere uno step in cui potrebbero avere maggiore rilevanza gli aspetti legali che, secondo il club, legittimano la posizione amaranto. Tra questi l’asse portante è l’aver seguito le disposizioni di una sentenza di omologa del piano di ristrutturazione del debito emesso da un’autorità giudiziaria. Un provvedimento da subito esecutivo, al di là dei ricorsi. Si tratta di una sentenza che dava alla società il diritto di poter pagare i famosi 757.000 euro entro il 12 luglio, a fronte della contestazione secondo cui la Reggina avrebbe superato il termine calcistico perentorio del 20 giugno. Il principio, dal punto di vista amaranto, sembra essere lo stesso che, attraverso le disposizioni legislative, ha permesso ad altri club di rateizzare su periodi più lunghi e successivi alle scadenze calcistiche le pendenze erariali dal passato. La casistica storica generale segnala, che non sono mancate le vicende in cui il Collegio di Garanzia dello Sport ha sovvertito gli esiti che si erano avuti nei passaggi precedenti.