Caso Reggina, il parere dell'avvocato Chirico: “Situazione complicata, non disperata. E il club ha le carte da potersi giocare”
Domani si pronuncerà il Collegio di Garanzia del Coni. Ne abbiamo parlato con l’avvocato Nino Chirico, specializzato in diritto sportivo.
Dopo la seconda bocciatura da parte del Consiglio Federale la vicenda si è ingarbugliata parecchio?
«La situazione è complicata, ma non disperata. Anzi, fino ad oggi, era uno scenario prevedibile considerato che, a giudicare era un organo di controllo endo-federale e la valutazione poggiava su presupposti anche di natura politica. D’ora in poi, sia al Collegio di Garanzia del Coni che in sede di giudizio amministrativo, finalmente si parlerà di diritto e di normative. E su quel campo ritengo che la Reggina abbia diverse carte da potersi giocare».
La situazione del Lecco ha fatto decadere il principio della perentorietà. Questo può incidere rispetto alla situazione della Reggina?
«In realtà non vedo grandi analogie tra i due casi. Il Lecco poteva “giocare” sull’adempimento del terzo, anche perché si trattava di pubblica amministrazione. In sostanza, l’avere ottenuto un risultato oltre il termine perentorio, non è detto che debba penalizzare la società, a patto che la stessa provi di essersi attivata per tempo. Peraltro, sempre riguardo alla questione stadio, il precedente del Cerignola aiuta il Lecco».
Quindi lei è fiducioso? Quali sono le carte che la Reggina potrebbe fare valere nei successivi gradi di giudizio?
«L’interpretazione dell’ormai noto comunicato 169/A emanato ad aprile dalla Figc, la cui applicabilità al “caso” Reggina è tutt’altro che scontata, può avvenire legittimamente anche in una direzione opposta rispetto a quella della Covisoc. In primo luogo perché, in tal senso, depone la lettera C dello stesso comunicato. Inoltre perché è del tutto irragionevole e contraddittorio con la ratio della norma il fatto che la Covisoc, da un lato, “recepisca” la procedura e la sentenza di omologa ottenuta dalla Reggina e dall’altro non accetti tutte le statuizioni che la sentenza contiene, compreso il termine concesso dal Tribunale entro il 12 luglio. Tutto ciò mi porta ad essere fiducioso».
La Covisoc evidenzia, infine, che la sentenza di omologa non è definitiva. Questo può essere un ostacolo per la Reggina?
«Assolutamente no, anzi. Si tratta di un argomento che l’ottimo collegio difensivo del club riuscirà a smontare. La tesi non ha alcun pregio giuridico. Intanto perché la sentenza è immediatamente esecutiva e comunque perché non potrebbe in tempi brevi diventare definitiva, essendo già stata impugnata da più soggetti. Aggiungo che è irragionevole che la normativa sportiva richieda come presupposto la definitività della sentenza perché, se così fosse, non se ne potrebbe avvalere non soltanto la Reggina, ma verosimilmente nessun’altra società sportiva in futuro vista la differente tempistica della giustizia ordinaria rispetto a quella sportiva”.