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Reggina, il giorno del giudizio: nuova “battaglia” per la Serie B. La società conferma Inzaghi

La Covisoc e il Consiglio Federale hanno già bocciato la scelta del patron Saladini di non rispettare la scadenza del 20 giugno. La società comunica di avere confermato l’accordo siglato lo scorso anno con il tecnico e il suo staff

Per la Reggina il giorno dell’udienza al Collegio di Garanzia dello Sport è arrivato. Quello amaranto contro l’esclusione dalla Serie B sarà uno dei quattro ricorsi esaminati a partire dalle ore 16. La partita è aperta, ma complicata. Si tratta di un passaggio particolarmente importante, considerato che si tratterà dell’ultimo grado di giudizio nel campo della giustizia sportiva. In caso di esito negativo si dovrebbe passare a quella ordinaria.
Il primo ricorso di quest’estate, in seguito al parere negativo della Covisoc, è andato a vuoto. Dopo il Consiglio Federale del 7 luglio è arrivata la mancata ammissione al campionato. L’andamento delle cose non ha però sorpreso, considerato che era prevedibile che in quella sede potessero prevalere principi come l’autonomia dell’ordinamento calcistico e la perentorietà dei termini.
Al Collegio di Garanzia dello Sport, però, si riparte. Nel senso che l’organo ha caratteristiche che potrebbero dare altra valenza alle ragioni per le quali la Reggina ritiene di avere diritto a partecipare al campionato di Serie B.
La situazione del club amaranto è quella nota. La società ha ristrutturato il suo debito utilizzando il Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza, ottenendo uno stralcio del 95% sulle pendenze erariali. Non ha pagato i 757.000 euro entro il 20 giugno, termine perentorio per le iscrizioni ai campionati. Non lo ha fatto perché la sentenza di omologa del Tribunale gli dava tempo fino al 12 luglio.
Molto ruota attorno al comunicato 169/A. Si tratta della comunicazione con cui veniva pubblicato ciò che il Consiglio Federale aveva deliberato in merito alle procedure di ottenimento della licenza nazionale per società che avessero scelto strade di risanamento analoghe a quella intrapresa dal club amaranto. Era il mese di aprile.
Tra i diversi punti, si chiedeva di osservare gli adempimenti previsti dai provvedimenti di omologazione entro il 20 giugno, ma soprattutto tutti quelli necessari per l'iscrizione ai campionati in base alle regole. Su quest’ultimo punto era presente una specificazione, ossia “per quanto non diversamente prescritto” dagli stessi provvedimenti. La Reggina difenderà probabilmente l’aver avuto il diritto a poter pagare quei 757.000 euro fino al 12 luglio. Il club, tra l’altro, ha saldato la pendenza il 5 luglio.
L’altra questione, sollevata soprattutto subito dopo il 7 luglio, riguarda la notazione secondo cui la sentenza di omologa non sarebbe da ritenere definitiva. Nello stesso comunicato 169/A è presente un passaggio in cui si parla di “provvedimenti di omologazione da parte della competente Autorità giudiziaria o equivalenti provvedimenti definitivi”. La Reggina, alla luce di una possibile interpretazione più restrittiva, potrebbe far leva sul fatto che le delibere in questione siano arrivate dopo che aveva già attivato la sua procedura di ristrutturazione del debito, avviata come è noto a dicembre 2022. Si sottolineerebbe, cioè, l’impossibilità a far valere in modo retroattivo le regole.

Intanto, la Reggina 1914 comunica di avere confermato l’accordo siglato lo scorso anno con il mister Filippo Inzaghi ed il suo staff. La società punterà sui giovani talenti per consolidare il lavoro di affermazione sportiva e risanamento iniziato lo scorso anno. Inzaghi e la squadra, dopo le visite mediche di domani, riprenderanno gli allenamenti il prossimo 20 luglio.

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