Per la Reggina è arrivato quello che, fino ad ora, è il giorno più importante di questa anomala estate 2023. Dalle ore 15 è fissata l’udienza al Tar del Lazio sul ricorso della società dello Stretto contro l’esclusione dal campionato di Serie B. Non sarà il passaggio definitivo, considerato che dopo ci sarà il Consiglio di Stato, ma può dire molto. Per la prima volta il caso Reggina è all’attenzione della giustizia ordinaria, dopo gli esiti negativi dei ricorsi presentati in ambito sportivo. La strada resta in salita, ma c’è speranza di potercela fare. L’alternativa è il baratro, destinato eventualmente a rappresentare un altro tonfo sociale di una città a cui non mancano i problemi e che ha nella maglia amaranto un vessillo in cui si riconoscono centinaia di migliaia di persone, anche sparse per l’Italia ed il mondo. Tutti vivranno questa giornata con il fiato sospeso, consapevoli che si sta giocando un turno fondamentale nel campionato della sopravvivenza calcistica. La Reggina andrà in “campo” con una squadra di avvocati di alto livello composta da Fabio Cintioli, Enrico Lubrano, Donato Patera e Paolo Rodella. La questione è nota: l’esclusione nasce dal non aver pagato entro il 20 giugno poco meno di 800.000 euro e per un’omologa del piano di ristrutturazione del debito ottenuta lo scorso 12 giugno, ma ritenuta non definitiva. Al club si contesta in particolare di non aver rispettato la perentorietà del termine previsto dalle regole calcistiche per l’iscrizione ai campionati, sebbene la sentenza del Tribunale in merito allo stesso piano di ristrutturazione indicasse una scadenza successiva per poter pagare. La Reggina , tra l’altro, entro la data indicata (20 giugno) aveva pagato più di 5 milioni di euro per saldare le pendenze della stagione 2022-2023. La stessa cifra oggetto di contestazione era stata, invece, versata ai primi di luglio dopo la notazione della Covisoc, arrivata con la bocciatura del 30 giugno. Un pagamento effettuato oltre la data limite, ma con la volontà di mostrare buona volontà e disponibilità. L’altro punto della posizione amaranto è che la sentenza di omologa, in base alle leggi ordinarie, sarebbe da considerarsi da subito esecutiva. La Reggina, inoltre, dovrebbe porre l’accento anche sull’impossibilità a far valere in modo retroattivo il famoso comunicato 169/A della Figc. Quello che nel mese di aprile contenne le delibere del Consiglio Federale in merito all’iscrizione dei club e all’utilizzo del Codice della Crisi d’Impresa e dell'Insolvenza. La Reggina aveva già avviato il proprio percorso a dicembre 2022. Da tempo si ipotizza che le ragioni del club amaranto potrebbero trovare maggiore sensibilità nel campo della giustizia ordinaria. Sarà il giudizio in merito a dire se si trattava di un’ipotesi corretta. La sentenza potrebbe arrivare già in serata. Non sarà l’atto finale, ma la decisione della Sezione Prima Ter del Tar del Lazio sarà uno spartiacque nell’estate della Reggina, in attesa del Consiglio di Stato. Si è appena entrati in un mese di agosto in cui non ci saranno vie di mezzo: o l’ammissione o l’oblio del club e del calcio a Reggio Calabria.