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Sconforto e rabbia a Reggio Calabria per esclusione dalla serie B

Pesa anche l’incertezza sul futuro societario della Reggina

Sconforto e rabbia sono i sentimenti che si vivono a Reggio Calabria dopo il verdetto del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso della Reggina, confermando l’esclusione dal campionato di serie B. Nessun commento ufficiale al momento dalla società. Ma d’altra parte è difficile individuare chi si debba esprimere vista la situazione societaria che si è venuta a creare tra cessioni, vere e presunte, pentimenti e ripensamenti. Una situazione che rischia di far precipitare in un baratro il futuro del calcio professionistico in riva allo Stretto, cancellando 110 anni di storia. Sulla Reggina 1914 Srl pesa l’incertezza di chi sia la proprietà, se ancora in capo a Felice Saladini, che aveva ceduto la società a Emanuele Ilari ma con la condizione che fosse ammessa alla serie B, o lo stesso Ilari. Certo è che i tempi stringono. Anche per un’eventuale iscrizione ai Dilettanti o nel campionato di Eccellenza il tempo stringe, con l’inizio di questi campionati ormai imminente, e con la squadra praticamente da fare. Adesso occorrerà vedere anche se le istituzioni locali avranno un ruolo per traghettare la società verso altri acquirenti e se sì quale. O se pure la vecchia proprietà, quella in capo a Felice Saladini, deciderà di andare avanti. Di sicuro, al momento, chi era rimasto al centro sportivo Sant'Agata a mantenere vivo un barlume di speranza, a cominciare dal direttore sportivo Massimo Taibi con uno sparuto gruppo di giocatori, non sa più che fare, dove andare, cosa pensare.

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