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Reggina, è il momento della rinascita: ecco perché è stata scelta “La Fenice Amaranto Asd”

Dovrà depositare gli atti per l’ammissione alla Serie D e costruire la squadra. Tra giudizi di piena fiducia e qualche perplessità i tifosi sperano in una rapida risalita

Dopo la scelta fatta dal sindaco facente funzioni Paolo Brunetti tra le manifestazioni di interesse presentate per rilanciare la Reggina in Serie D si aspetta l’iscrizione al campionato e la costruzione della squadra.
Il compito spetta a “La Fenice Amaranto” alla quale c’è però chi guarda con qualche riserva, ritenendo che meritasse fiducia invece la proposta di una società retta al 50% da un investitore solidissimo come Stefano Bandecchi e da una cordata soprattutto reggina. Un mix che avrebbe assicurato fino alla conquista della Serie C, quei fattori che la tifoseria contava di trovare per tenere acceso l’entusiasmo: capacità finanziaria certa e senso di appartenenza di chi sarebbe stato al timone. Ma va detto anche che una parte dalla tifoseria non vedeva come ideale la proposta che faceva riferimento al sindaco di Terni.
Sarà il tempo a dire se la scelta del primo cittadino sarà premiante per la città. Anche perché è stato lui stesso a mettere in rilievo che sono i dettagli del progetto e il business plan ad aver indirizzato la scelta. C’è poi la questione del nome della squadra, dato che per almeno un anno non si potrà chiamare Reggina sino a quando non decadrà l’affiliazione della Reggina 1914. E non convince l’idea di scegliere come nome La Fenice Amaranto.
I documenti per l’affiliazione potrebbero essere consegnati domani stesso. Se ci fossero i margini si prenderebbe in considerazione la possibilità di indicare un nome che abbia più attinenza con Reggio, abbandonando un simbolismo che non sta riscuotendo grande successo nel sentimento popolare. Sarebbe un segnale di attenzione verso la tifoseria, come lo è stato da parte del nuovo direttore generale Antonino Ballarino il chiaro riferimento alla volontà di acquisire al più presto nome e logo. Un proposito nobile e che inevitabilmente quando dovrà essere concretizzato comporterà dei costi. Oggi l’unica certezza è che, però, su calendari e classifiche ufficiali si continuerà a leggere un nome diverso.
La società guidata dal presidente Virgilio Minniti avrà adesso la propria chance. Il budget dichiarato (1,8 milioni più 450.000 euro per l'iscrizione) non è stratosferico, ma è sicuramente adeguato a puntare ad un campionato di vertice in Serie D.
Un investimento di questo tipo, valutato a fine stagione sulla base di un’eventuale sostenibilità dimostrata, potrà essere certificazione di affidabilità della nuova Reggina. Nel frattempo si naviga a vista nei giudizi su una nuova realtà calcistica di cui si sa poco e che si è presentata in una conferenza stampa in cui ci sono stati toni cordiali, dimostrazione di avere un’idea di calcio. A ciò si aggiunge l’essersi voluti affidare a uomini che conoscono la materia come il direttore dell’area tecnica Giuseppe Bonanno ed il direttore sportivo Maurizio Pellegrino..
Altre proprietà della Reggina, nel recente passato, si sono presentate con premesse molto più scintillanti, accolte da entusiasmo debordante e hanno avuto storie con esiti infausti. La Fenice Amaranto Asd può sperare di rispettare la consuetudine dell’inversione..
Nel frattempo il parte con almeno tre fardelli sul groppone: essere stati preferiti a Stefano Bandecchi, uno scetticismo che in larga parte della tifoseria è tangibile e la necessità di lottare da subito per vincere il campionato per legittimare la propria credibilità. La pressione sarà altissima, ma è pur sempre meglio del disinteresse a cui si rischia di andare incontro qualora le cose andassero male.

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