C’è chi ancora fatica a chiamarla Reggina, ma la Fenice Amaranto si è ufficialmente iscritta in sovrannumero al campionato di Serie D e rappresenta la prosecuzione della prima squadra di calcio a Reggio Calabria. Ufficialmente potrà raccogliere il testimone della storica società amaranto solo dopo che si sarà creato spazio per un’affiliazione con il nome che tutti conoscono e aver acquisito i diritti sul logo. Avrà, però, molto di Reggina nel momento in cui sugli spalti del “Granillo” torneranno ad esserci tante persone a far valere il proprio sostegno in nome della propria città.
Ci sono passati tanti e fa più effetto in club che non hanno identico nome della città. Se ad esempio, infatti, Bari, Palermo, Catania e Messina sono praticamente rimaste più o meno tali dopo gli ultimi fallimenti, così non è stato per i casi di Florentia Viola (Fiorentina), Reggio Audace (Reggiana), Salerno Calcio (Salernitana) e la stessa Asd Reggio Calabria. In tutti i casi ci è voluto del tempo per riavere l’identità storica. Si attendono, tra l’altro, anche passi formali affinché la denominazione nel breve periodo possa acquisire una maggiore attinenza con Reggio Calabria.
Non c’è, però, tempo di scegliere se occuparsi di aspetti istituzionali e sportivi. Serve fare tutto in fretta. Bisogna lavorare da subito su tutti i fronti. La società del patron Ballarino e del presidente Minniti dovrà provare a farsi strada tra lo scetticismo abbastanza diffuso sul progetto da parte di buona parte dei tifosi. Non potrebbe essere altrimenti in una città che si sente vittima di gestioni rivelatisi non virtuose e ha subito l’onta di due fallimenti in meno di dieci anni.
La nuova società ha promesso una gestione sostenibile virtuosa, ma ambiziosa. Una sintesi difficile da raggiungere, ma la cui valutazione dipenderà soprattutto dai fatti dei prossimi mesi. Il primo è stato aver pagato quasi 450.000 euro per l’iscrizione al campionato, rispettando il “termine perentorio” dell’11 settembre. E non serve un grande sforzo di memoria per ricordare quanto questa locuzione abbia segnato la storia recente della Reggina.
Ci saranno pochissimi giorni per costruire da zero il club: sede, organigramma operativo, staff tecnico e staff medico saranno le priorità. Senza dimenticare la necessità immediata di individuare un campo di allenamento, confidando che la situazione del “Sant’Agata” possa presto sbloccarsi con la revoca della concessione alla Reggina 1914 da parte della Città Metropolitana.
Il mercato non può più aspettare E poi c’è il tema che scalda di più i tifosi: il mercato. La scelta dell’allenatore e del mercato faranno la differenza nelle prime analisi che si faranno sul livello di ambizione della società. L’indirizzo non sembra essere quello di andare a cercare uno specialista della categoria, nel senso che si cerca un profilo che sia valido per un percorso a lungo termine. Questo presuppone, almeno nelle mire, di cercare qualcuno già testato a livelli superiori.
Michele Pazienza e Beppe Scienza sono i profili oggetto di maggiore considerazione. Il primo lo scorso anno ha centrato i playoff di Serie C con l’Audace Cerignola, con cui aveva vinto l’anno precedente il campionato di Serie D.
L’altro, che è stato a Reggio da calciatore, ha vissuto ottime annate in C, soprattutto con un Monopoli portato anche a sognare la B. La sua ultima avventura è finita con un esonero alla Pro Vercelli. Nelle prossime ore potrebbero esserci nuovi colloqui tra i tecnici per i quali c’è interesse ed il ds Maurizio Pellegrino. Non sarebbe, invece, nelle mire del club Giovanni Ferraro, reduce dalla promozione sulla panchina del Catania.
Il lutto Si è spento Diego Cuzzocrea, ex vicepresidente della Reggina Calcio 1986.
La nuova Reggina iscritta in D. Pazienza o Scienza per la panchina
Il club di Ballarino e Minniti ora deve accelerare tra lo scetticismo. Corsa a due per l’allenatore: Ferraro non è un profilo che interessa
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