La vittoria con il Licata ha lasciato nella Reggina un filo di ottimismo per il futuro. Si intravedono progressi sul piano del gioco e del rendimento dei singoli. Questo è un torneo dove chi vuole stare vicino al vertice deve mettere un solco tra sé e quanti non hanno le potenzialità di stazionare nelle prime due o tre posizioni. Le prossime gare serviranno a capire se la nuova Reggina ha le potenzialità per elevare il proprio rendimento fino a poter mantenere il passo delle prime. Serve avere gli over al massimo. A parte qualche eccezione, nelle prime giornate il ritardo di condizione ha portato a prestazioni deludenti dai calciatori da cui ci si aspettava di più per quello che è stato il loro percorso in carriera confrontato con la dimensione della Serie D. Il segnale che qualcosa stia cambiando può essere riscontrato nel secondo gol segnato domenica scorsa. Tutto nasce da un’intuizione di Mungo che, con la difesa schierata, vede un movimento di Barillà e lo serve come pochi saprebbero fare a questo livello. La lettura del gioco del capitano è da altra categoria e lo testimonia il suggerimento che è diventato l’assist per la zampata vincente di Marras. La condizione fisica che cresce e l’intesa tra gli amaranto che inevitabilmente diventerà sempre maggiore sono elementi che fanno ben sperare in vista del futuro. Si è parlato spesso di under decisivi in Serie D, ma la realtà dei fatti è che, avendo giovani che facciano meno danni possibili, sono i più esperti a spostare gli equilibri. Basti pensare alla differenza fatta da Nino Barillà nell’ultimo match con il Licata o la classifica marcatori. E se di Barillà, inteso come trascorsi in Serie A e senso di appartenenza senza limiti, se ne può avere solo uno, di buoni calciatori più esperti che possano dare una grossa mano a Trocini se ne trovano tanti in rosa. Anche perché nelle ultime gare sta anche emergendo la visione tattica dell’allenatore, abile nel cogliere e nello sfruttare le caratteristiche dei suoi. Schierare, ad esempio, il capitano nel ruolo atipico dietro le punte è la scelta di chi intende capitalizzare al massimo l’innata capacità di inserimento del centrocampista. Utilizzare poi Zanchi, che è sempre stato terzino sinistro, come terzo centrale assicura alla retroguardia un difensore con un buon calcio e in grado di sganciarsi. Una scelta che somiglia molto a quella con cui Stellone schierava Di Chiara nei tre dietro un paio di stagioni fa. E Zanchi è un altro over che è di un livello superiore alla media della D. Così come lo è Ingegneri, per non parlare del portiere Martinez (oggi apprezzatissimo dalla tifoseria). Ma la lista è lunga e ognuno può dare molto. Adesso è il momento di portare risultati.