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'Ndrangheta a Roghudi e Roccaforte del Greco, arriva la sentenza della Cassazione: 8 arresti - Nomi e foto

La sentenza della Cassazione apre le porte del carcere per otto persone di Reggio Calabria e della provincia, per reati collegati alla 'ndrangheta.

Le condanne scaturiscono dall’attività investigativa denominata “Nuovo Potere”, avviata dai carabinieri dopo due gravi fatti di sangue occorsi nel 2004, che ha portato a delineare gli assetti delle due cosche di ‘ndrangheta, inizialmente in cruenta contrapposizione tra loro, dei Pangallo-Maesano-Favasuli e dei Zavettieri che operavano un predominio territoriale, politico ed economico sui comuni di Roghudi e Roccaforte del Greco, attuato mediante l’attività estorsiva, il controllo degli appalti, l’intestazione fittizia di beni, il compimento di reati di tipo predatorio ed il traffico di sostanze stupefacenti.

E così i carabinieri del comando provinciale, hanno eseguito 8 ordini di carcerazione emessi dalla procura generale di Reggio Calabria, diretta da Bernardo Petralia, a seguito della pronuncia della suprema corte, che conferma le condanne dai 2 ai 10 anni di reclusione.

In particolare, i militari della compagnia di Melito Porto Salvo, coadiuvati dai colleghi della compagnia di Reggio Calabria, hanno arrestato:

Francesco Pangallo, classe 1975, condannato a oltre 10 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso e reati in materia di  armi;

Domenico Carmelo Iaria, classe 1975, condannato a più di 6 anni di reclusione per  associazione di tipo mafioso, procurata inosservanza di pena aggravata dall’agevolazione mafiosa e reati in materia di  armi;

Agostino Palamara, classe 1973, Domenico Attinà, classe 1971, Giovanni Pangallo, classe 1963, Filippo Stelitano, classe 1978, tutti condannati a quasi 5 anni e mezzo di reclusione, per  associazione di tipo mafioso.

Francesco Pangallo, classe 1974, condannato a 4 anni di reclusione per illecita concorrenza con minaccia o violenza aggravata dall’agevolazione mafiosa.

Andrea Pasquale Mesiano, classe 1947, condannato a oltre 2 anni e mezzo di reclusione per illecita concorrenza con minaccia o violenza aggravata dall’agevolazione mafiosa.

Gli arrestati sono stati trasferiti nella casa circondariale “Panzera” di Reggio Calabria.

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