La Corte d’assise d’appello (presidente Lucisano, giudice a latere Campagna) ha rigettato l’appello della Procura generale contro la sentenza del gup che, il 18 luglio 2018, aveva assolto «per non aver commesso il fatto» tutti gli imputati del processo “Kalanè”.
L’operazione ha riguardato la cosiddetta faida di Calanna, un feroce scontro accesso per motivi di supremazia mafiosa tra Giuseppe Greco e Antonino Princi, meglio noto come “u sceriffu”. In questo contesto si erano verificati, secondo l’accusa, due episodi sanguinari: il primo relativo al tentato omicidio Antonino Princi, avvenuto nei pressi dell’impianto di smaltimento rifiuti di Sambatello e che sarebbe stato perpetrato da Greco con l’ausilio di Domenico Provenzano; il secondo relativo all’omicidio di Domenico Polimeni e al tentato omicidio di Giuseppe Greco, avvenuto presso l’abitazione di quest’ultimo in contrada Sotira di Sambatello posto in essere, secondo l’accusa, da Antonino Princi e dai fratelli Giuseppe e Antonio Falcone.
L'articolo completo nell'edizione odierna di Reggio della Gazzetta del Sud.
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