Depredata e lasciata morire agonizzante. L’Azienda Sanitaria provinciale di Reggio Calabria pagava, anche più volte, le stesse fatture. Perché non sapeva di avere forse già pagato. Ma questo “buco nero” non poteva essere probabilmente causato da solo, ci sarebbe dovuto essere qualcuno che ne avrebbe approfittato. Ne è convinta ad esempio la Procura che ha chiuso le indagini sulla vicenda dello “Studio Radiologico” di Siderno, struttura moderna e all’avanguardia che offre prestazioni sanitarie in convenzione con la stessa Azienda Sanitaria provinciale. Per la sottoscrizione di una transazione di 4 milioni di euro relativa a crediti per le prestazioni fornite, ci sono 20 indagati tra cui lo stesso “Studio Radiologico”, i suoi rappresentanti legali, soci occulti, commercialisti, ma anche funzionari e dirigenti dell’Asp. Ma ci sono anche l’ex assessore regionale della giunta Oliverio, Maria Teresa Fragomeni, ma anche l’ex direttore generale Santo Gioffrè che tante battaglie ha condotto contro il sistema dei doppi pagamenti, l’ancora prima vertice dell’ente Ermete Tripodi, e l’ex vertice amministrativo Pasquale Staltari che aveva preso il posto nell’Azienda dopo le dimissioni di Vincenzo Scali. Le accuse sono quelle di truffa all’Asp che è parte lesa e al servizio sanitario regionale ancora commissariato anche a causa del disordine contabile e amministrativo dell’Asp reggina ma ci sono ipotesi di reato quali il riciclaggio, il falso, l’alterazione di informazioni autocertificanti.
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