Il deserto infernale dell'Aspromonte e l'economia in ginocchio di Roccaforte del Greco - FOTO
Roccaforte del Greco è un paesino di appena 400 anime. Arroccato sull’Aspromonte nel cuore della Grecanica (dal vecchio borgo si può scorgere Roghudi Vecchio e la strada che porta verso Bova), il comune guidato dal sindaco Domenico Penna è stato il più colpito dagli incendi che hanno devastato l’Aspromonte. Non ci sono state vittime, ma le fiamme partite da Bagaladi hanno distrutto circa 3mila ettari di boschi solo nel territorio di Roccaforte. I boschi che guardavano da un lato verso il mare e dall’altro verso il cuore della montagna e la diga del Menta, non ci sono più. Un vero e proprio scenario apocalittico ci accompagna nel nostro viaggio verso Frana Colella, geosito lunare patrimonio Unesco anch’esso colpito dalle fiamme. La natura a Roccaforte è morta, gli alberi non ci sono più ed i tronchi sono coperti dalla cenere. E’ una macchia nera impressionante, quella che probabilmente documenterà anche un mito della fotografia come Steve McCurry per National Geographic. A poco più di due settimane si prova a fare la conta dei danni: aziende distrutte, gli animali che sono stati salvati non hanno da mangiare ed i pastori sono letteralmente in ginocchio. Già, perché qui nessuno si è fatto vivo, né per fornire un sostegno morale, ne tantomeno economico. Roccaforte si è salvata da sola, senza l’aiuto di nessuno. Ma ora incombono due emergenze da affrontare subito: la prima è quella dei sostegni alle aziende, la seconda è quella di mettere in sicurezza il territorio. Le prime piogge potrebbero causare danni incalcolabili con terra, detriti, massi e tronchi che viaggerebbero incontrollati creando seri problemi per le comunità a valle. Tra i simboli della devastazione la casa dell’area pic nic di Zumbello letteralmente distrutta dalle fiamme. Li ora giacciono solo macerie, ricordi di com’era in tempo quell’area e la tenerezza di quattro, cinque mucche presenti lì con il volto e la pelle anneriti dalla cenere. Domani alla Regione arriverà il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, e Penna lancia il grido d’allarme: “Ci sono state gravi responsabilità organizzative, l’80% del nostro territorio è distrutto. L’incendio poteva essere fermato, ma nonostante i tavoli in Prefettura, gli elicotteri non sono arrivati". All’incontro domani alla Regione, convocato da Anci Calabria, ci saranno anche il vice ministro allo Sviluppo Economico, Alessandra Todde, e il sottosegretario al Sud, Dalila Nesci. "Ce la siamo cavata da soli con le nostre forze - continua il primo cittadino - e per questo ringrazio i miei concittadini, i carabinieri, i volontari di Protezione Civile di Bergamo e Potenza, Calabria Verde. Qui c’è stata una mancanza della politica, delle istituzioni regionali e territoriali. A 20 giorni dagli incendi ci sono aziende che hanno rischiato la vita ed alle quali mancano anche i foraggi per gli animali. Tremiamo solo al pensiero delle prime piogge: è una situazione emergenziale che va affrontata subito perché i morti che non abbiamo avuto rischiamo di averli adesso”.